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I Puritani di Scozia, vol. 1

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»Eccone la notizia ufiziale, soggiunse Bothwell, consegnandogli una stampa. Or vi domando quel che pensiate d'una tale azione.»

»Quel che ne penso o signore!.. rispose balbettando Milnwood, ma… io ne penso quello che il Consiglio privato ha creduto doverne pensare.»

»Vi domando la vostra opinione individuale» aggiunse Bothwell alzando la voce.

Intanto sir David avea rapidamente trascorsa la stampa, di cui alcune espressioni gli fecero conoscere qual fosse su di questo attentato l'opinione del Consiglio, laonde non esitò più a rispondere: »Io penso che questo è un detestabile assassino, un'abbominazione, un parricidio suggerito e guidato dall'inferno, un'infamia del nostro paese.»

»Ottimamente, uom degno, ottimamente! alla vostra salute e alla propagazione delle buone massime! – Or tocca a voi, mio giovinotto (e nel dir ciò si volse a Enrico) che pensate di un sì fatto avvenimento?»

»Non avrei alcuna difficoltà di rispondervi, soggiunse Enrico, pur ch'io sapessi quale è in voi il diritto d'interrogarmi.»

»Ah! il Signore ci assista! sclamò mistress Wilson! parlare in questa conformità ad un militare, quando si sa che i militari sono padroni di tutto il paese!»

Non men della Alison atterrito sir David da cotesta audacia del proprio nipote, e temendo le conseguenze che a lui stesso, zio, ne potevano derivare, si fece tosto esclamando. »Olà! rispondete, signore, rispondete: osereste voi mancare di rispetto alla autorità dei re nella persona d'un sergente delle sue guardie?»

»Tacete voi Tom (gridò Bothwell ad uno de' suoi compagni, ed in questa diè col pugno un aspro colpo alla tavola) silenzio, tutti! Voi mi domandate (e si volse ad Enrico) con qual diritto v'interrogo! La mia coccarda e la mia sciabola vi debbono rispondere, nè potete ignorare che qualunque soldato, qualunque ufiziale di S. M. è incaricato di rintracciare, d'interrogare, di arrestare tutte le persone sospette. Vi domando quindi una seconda volta, e sotto la fede del giuramento, come la pensate voi intorno alla morte dell'arcivescovo di sant'Andrea. – È questa una pietra di paragone che abbiamo trovata a fine di assicurarci delle inclinazioni d'animo de' nostri interrogati.»

Intanto Enrico avea avuto il tempo di meditare che col resistere al potere arbitrario confidato in tai mani, si sarebbe cimentato senza perchè ad un pericolo in cui potea trascinare il suo medesimo zio. Per altra parte non era in lui veruna ripugnanza a manifestare l'orrore che un atto atroce inspiravagli. Rispose quindi senza scomporsi: »Non esito a pronunziare che gli autori di questo assassinio commisero a mio parere un'azione rea quanto insensata; vie più riprovevole, poichè tale delitto diverrà pretesto a raddoppiare di severità contra le persone innocenti, e lontane dall'approvarlo come il son io.»

Mentre sì parlava Enrico, Bothwell stava esaminandone con ogni attenzione i lineamenti, che non gli giugnevano nuovi. »Non m'inganno, diss'ei finalmente, voi siete, o mio caro amico, il capitan Pappagallo e vi trovai in compagnia sospetta.»

»So, rispose Enrico, d'avervi veduto una volta, e fu il dì della rassegna, nella casa di Niel.»

»E con chi usciste voi di quella casa? Non eravate forse in compagnia di Balfour di Burley, il capo degli assassini dell'arcivescovo?»

»La cosa è vera; poichè non sarà mai ch'io mentisca. Ma lungi dal sapere ch'ei fosse l'autore di questo delitto, io ignorava perfino che il delitto fosse stato commesso.»

»Misericordia! sclamò sir David. Io sono rovinato, perduto. La lingua di questo sgraziato sarà cagione, a lui che gli faranno saltar via dalle spalle la testa, a me di perdere sin l'abito che ho in dosso.»

»Voi però, continuò Bothwell, non potevate ignorare che Burley fosse un capo di ribelli, nè ignorare tampoco la proibizione che hanno tutti i fedeli sudditi del re di avere alcuna comunicazione con esso, di dargli o pane o acqua, o fuoco od asilo. Voi sapevate tutto questo, e vi faceste contravventore alle leggi!»

Enrico tacque.

»Ove lo lasciaste voi? Sulla strada maestra, ovvero gli avreste dato ricovero in questa casa?»

»In questa casa! sclamò sir David. Oh! non sarebbe stato sì ardito di dare adito in mia casa ad un traditore.»

»Però non osa negare il fatto» tal fu allora l'osservazione di Bothwell.

»Poichè mi apponete questo fatto a delitto, rispose Enrico, le nostre leggi non vi autorizzano a pretendere ch'io dica veruna cosa intesa ad accusar me medesimo.»

»Oh! le mie possessioni di Milnwood! (proruppe in queste disperazioni lo zio) le mie belle possessioni di Milnwood che sono da dugent'anni nella famiglia dei Morton, eccole prese, confiscate, perdute!»

»No, signore, fu presto a dire Enrico, non permetterò mai che siate punito per conto mio»; voltosi indi a Bothwell: »Signore, confesso d'avere dato per una notte ricovero a quest'uomo, che un dì salvò la vita a mio padre; ma ciò fu non solamente a non saputa di mio zio, ma contra gli espressi suoi ordini che ne divietavano ricevere in casa sua qualsivoglia sorte di persone. Credo che se la mia confessione vale a convincere me, debba egualmente valere a sdebitare mio zio.»

»Giovane, soggiunse allora con tuono più mansueto il sergente, questa nobile franchezza vi concilia stima da me. Il vostro zio è un buono, venerabile uomo, più sollecito de' suoi ospiti che di se medesimo, perchè contentandosi di birra serba il suo vino per essi. Ditemi dunque tutto quello che sapete di quello sciagurato Puritano. Vi disse egli a qual parte andava? Sapete ove lo potremmo or rinvenire? Forse ignorate persino che la sua testa è posta a prezzo di mille marchi d'argento? – Presto! parlate. In qual luogo lo avete lasciato?»

»Signore, rispose Morton, quegli stessi motivi che m'indussero a concedergli asilo per una notte, mi costrignerebbero a custodire il suo segreto, se me lo avesse confidato.»

»Così dunque ricusate darmi una risposta?»

»Non ne ho altre da darvene.»

»Si troverà forse modo di farvi parlare, bravo giovane, strignendovi fra l'uscio e il muro, o mettendovi una miccia accesa fra ciascun dito.»

»Per amor del cielo! disse sotto voce la Alison a sir David, date loro del denaro. È sol denaro che vogliono. Se no, ammazzeranno il sig. Enrico, ammazzeranno voi, ci ammazzeranno tutti.»

Milnwood sospirò, e con fioca voce come chi è in atto di rendere l'anima a Dio disse al sergente: »se… se venti… sì, se venti lire potessero accomodare questa faccenda…»

E mistress Wilson continuò: »Lo udiste, sig. sergente? il mio padrone vi darà venti lire sterline…»

»Venti lire di Scozia, sgraziata!» la interruppe sir David, che l'avarizia in quell'istante fece dimentico dell'abituale condiscendenza ai detti della vecchia sua governante, la quale però senza dargli retta continuò:

»Sì signore, venti lire sterline, se volete aver la bontà di scusare questo giovane spensierato. Egli è sì caparbio che lo fareste in pezzi senza ottenerne una sola parola. E qual costrutto vi avreste di avergli arse le sue povere dita?»

»Veramente, Bothwell titubando rispose, non so nemmen io ben bene che debba rispondervi. Conosco molti miei compagni che prenderebbero il denaro, e condurrebbero prigioniere il giovine; ma io poi ho una coscienza, e se il vostro padrone vuol mantenere le sue offerte, e obbligarsi a comparire pel nipote, e se tutta la casa vuol presentar giuramento…»

»Presteremo quanti giuramenti vorrete voi, esclamò la Alison. Spicciatevi, disse indi sotto voce al padrone, andate a cercare il denaro, o metteranno il fuoco al castello e ne abbrustoliranno tutti come salsiccia.»

Il vecchio Milnwood guardò in aria flebile la governante, indi s'avvisò lentamente alle sue stanze, ove fece vedere la luce ad alcuni prigionieri che s'ascondean nelle tenebre da lungo tempo.

Intanto Bothwell, prendendo tuon dignitoso, s'accigneva a ricevere il giuramento di cui testè aveva fatto parola: »Donna, qual è il vostro nome?»

»Alison Wilson, signore.»

»Ebbene, – Voi Alison Wilson, dichiarate, certificate, giurate solennemente di riguardare come illegale e colpevole qualunque società e congrega contraria alle leggi di sua maestà, e ai regolamenti del Consiglio privato?»

»Lo giuro,» disse Alison alzando entrambe le mani.

Qui la cerimonia venne interrotta da una disputa fra Cuddy e la propria madre. Era qualche tempo ch'essi parlavano sommessamente; ma il tuono delle lor voci ingagliardì a proporzione dell'infervorarsi della discussione.

»Silenzio dunque, madre mia, silenzio, (si raccomandava Cuddy) non potete voi tacere ancora per pochi istanti?»

»No che non tacerò. Mi sento inspirata. Alzerò la voce e saprò confondere l'invito dell'angelo delle tenebre.»

»Addio, mie speranze! proruppe in tai detti Cuddy che si strappava i capelli. Ella ha già messo un piè nella staffa. La fermi chi può! La vedo già dietro un dragone avviata verso le carceri, ed io!.. il men male sarà se mi attaccano, mani legate, alla coda di un lor cavallo! – Eccola che sta ripassando la sua predica, ed è lì lì per ispacciarla: Ah! non v'è più remissione!»

»A questo passo dunque volevate venire, adoratore del vitello d'oro! (sclamò Mausa stendendo la sua grinza mano verso Bothwell e infiammati gli occhi del fuoco del fanatismo). Voi divisate perdere le anime nostre col pretendere da noi giuramenti contro coscienza! Ma invano il demonio tende agguati a coloro che illumina lo spirito del Signore.»

»Miracolo, miracolo! sclamò il sergente; la vecchia ha ricuperato l'udito, e credo voglia a furia di gridare farlo perdere a noi! Tenete in freno quella vostra lingua, vecchia pazza, e badate con chi vi state ora parlando.»

»Con chi stò parlando? Oh! lo so anche troppo. Col ministro di Belial coll'uccello da preda che si nudre de' nostri cadaveri, col seduttore del debole, coll'assassino de' santi.»

 

»Per l'anima mia! (disse Bothwell maravigliato quanto il potrebb'essere un cane da caccia vedendosi saltare agli occhi una pernice che temesse pericolo pe' suoi figli) non ho mai dacchè vivo inteso nulla di più eloquente! Avete qualch'altra cosa da aggiugnere, la mia donna?»

»Ne ho, ne ho, scellerati Filistei, collegati contra il popolo d'Israele; voi siete leopardi, lupi arrabbiati, che cercano ove posson trovare le pecorelle del Signore per berne il sangue e divorarne le carni, siete serpenti confederati col gran drago dell'Apocalisse! siete…»

»Eh vada al diavolo la vecchia strega! sclamò un dragone. Fa d'uopo metterle una sbarra alla bocca e condurla al quartier generale.»

»Zitto là, Andrea! soggiunse Bothwell; e pensate che questa buona creatura usa de' privilegi del bel sesso. Però ascoltatemi, santa donna! Sapete voi che tutti i confederati del gran drago non si mostrerebbero civili com'io? e ve n'ha fra essi più d'uno che, credetelo, non si separerebbe da voi a sì buon mercato. – Presentemente non posso più esimermi dal condurre questo giovane (accennando Enrico) al quartier generale. Dopo la condotta e i discorsi che egli ha tenuti, il comandante non mi perdonerebbe d'averlo lasciato in una casa ove abita una spiritata di tal natura.»

»Vedete! vedete di che siete cagione! disse Cuddy sotto voce alla madre; in grazia del maladetto vostro cianciare, ecco che i Filistei, come li chiamate voi, conducono via il signor Enrico.»

»Taci là vigliacco che sei! se tu e tutti questi altri imbecilli aveste tanto coraggio nelle braccia quanto io ne ho nella lingua, strappereste dalle branche di tai lupi rapaci la loro preda.»

Intanto i soldati impadronitisi del lor prigioniero, gli avevano legate le mani. Sir David rientrava in tal momento e spaventato dagli osservati apparecchi, offerse con mal compresso gemito una borsa a Bothwell. Il sergente la ricevette con aria d'indifferenza, e dopo averla pesata colla mano la fece saltare all'aria e la riprese; poi scotendo la testa. »Ascoltatemi, degno uomo, disse, traendolo in disparte, a Milnwood: è accaduto un piccolo cambiamento. Questa vecchia ha parlato troppo e innanzi a troppi testimoni; onde non posso più dispensarmi dal condurre vostro nipote al quartier generale; ma non saprei in buona coscienza conservare del vostro denaro se non se quella parte che mi è dovuta come atto di cortesia.»

Aperse indi la borsa da cui levò quante monete d'oro eran d'uopo per darne una a ciascun soldato, e mettersene tre in saccoccia. »Ora, soggiunse, posso accertarvi che vostro nipote verrà trattato umanamente lungo la strada. Anche questa sarà una soddisfazione per voi. Quanto al resto dei denaro, ve lo restituisco.»

Milnwood fu pronto a stendere la mano, ma non Bothwell a cedere la borsa, con cui continuava a trastullarsi, così proseguendo il discorso.

»Non posso però a meno di non rammentarvi come ciascun padrone di casa è mallevadore della probità di coloro che in essa dimorano. I miei compagni non hanno l'obbligo di tacere tutto quanto in vostra lontananza questa vecchia Puritana si è fatta lecito dire. Sarebbe quindi fra i possibili che il Consiglio privato pronunciasse una grossa ammenda contro di voi.»

»O mio buon sergente! degnissimo comandante! esclamò spaventato l'avaro. Niun evvi in questa casa, almeno a mia cognizione, che ardisse offendervi nè dir cose…»

»Ebbene, farò giudice voi medesimo, soggiunse Bothwell. Fatevi in là, quel giovine (disse indi a Cuddy, che si ponea d'avanti alla madre). Lasciate parlare la vostra genitrice; che certo dopo il primo fuoco ha avuto tempo di ricaricar le sue armi.»

»Oh Dio! sig. sergente, si fece a rimostrare Cuddy; che cosa è mai la lingua di una donna per dar tanto peso quanto ella può dire? Nè mio padre nè io abbiamo mai dato retta ai discorsi ch'ella facea.»

»Zitto là, giovinotto! e badate a non guastare le vostre faccende. Voi mi parete assai men goffo di quello che vorreste esser creduto. – Orsù, mia buona comare, fatevi valere, mostrate come sapete rendere testimonianza. Vedete che so usare a tempo le frasi del vostro gergo!»

Mausa non avea d'uopo di sprone per prendere il trotto. »Miserabili! sclamò, miserabili coloro che aggravano la propria coscienza col sottomettersi agli ordini del demonio, e che offrono sagrifizi ai figli di Belial coll'intenzione di vivere in pace con essi! Miserabili que' che si fanno sordi alla voce interna dello spirito e che schifi di mettersi sotto le bandiere de' figli d'Israele, pagano vilmente tributi alle autorità mondane! Miserabili quei che danno da mangiare e da bere ai soldati degli Ammoniti!»

»Ma che bella dottrina! sclamò Bothwell. Non resta che a sapere se andrà a' versi al Consiglio privato. L'udiste, Andrea? Costei scomunica tutti coloro che pagano le imposte al re!»

»E chi dà un boccale di birra ad un povero soldato!»

»Signore, voi l'avete intesa, disse volgendosi a Milnwood il sergente. Or tocca a voi il pensarci.» E ciò dicendo gli presentava la borsa.

Milnwood che sembrava oppresso dal peso della disgrazia, secondò i moti di natura estendendo una seconda volta la mano, ma gliela ritenne mistress Wilson.

»Impazzite! aggiunse sotto voce. Ditegli che la conservi. Credete di fatto che ei ve la voglia da vero restituire? Almeno fatevi un merito di regalargliela.»

»Cosa impossibile, Alison! cosa impossibile! Non ho forza di pronunziare con questi soldati la parola dono, trattandosi di un denaro, che ho contato più di mille volte!»

»L'avrò dunque io questa forza per evitare mali maggiori. Signore (e in questa si volse a Bothwell) il mio padrone m'incarica notificarvi, che non saprebbe risolversi a ricevere indietro un denaro collocato in sì buone mani. Vi prega tenerlo, trattare il meglio possibile il suo nipote e rendere buoni ufizi sul nostro contegno al Consiglio privato. Non dovete far verun conto de' propositi di una vecchia stolta che non è qui se non se da ier sera, che sta per essere scacciata immantinente da questa casa, e che, vel prometto, non vi metterà il piede in eterno.»

»Va benissimo! così doveva finire, esclamò Cuddy. Già lo sapea che se quella vostra esecrabile lingua pronunziava sol tre parole, saremo stati di nuovo obbligati a correre la campagna.»

»Silenzio figlio mio! silenzio! Bada a non mormorare contro le tribolazioni. Rimettere il piede in questa casa! E chi lo vorrebbe? Ne sta forse alla porta il segno che dee trattenere l'angelo sterminatore? Qui si pensa al mondo e non alle cose nostre fuori del mondo. Qui s'ha compassione d'un parente, e nessuna pietà sul destino di migliaia d'eletti che sono inseguiti, costretti a radunarsi nelle foreste per udire la divina parola, imprigionati, appiccati, torturati da questi figli del diavolo.»

»In somma, sergente mio, disse Andrea, non condurremo con noi questa forsennata di vecchia?»

»Tacete voi, gli rispose sotto voce Bothwell. Nè pensate che la casa è buona, e che questa vecchia ne dà il pretesto di tornarvi, non fosse per altro che per verificare se l'hanno scacciata? Il sig. Morton di Milnwood non è forse un uomo rispettabile? Non ha modo di pagare le colpe degli altri? Che cosa ci faremmo noi di questa vecchissima strega? Non vale la corda che vi vuole per appiccarla. – Or via, amici, un nuovo brindisi innanzi partire! – Evviva al sig. di Milnwood, ed al piacere che ci ripromettiamo di rivederlo! piacere che non tarderà molto, se conserva tai fanatici al suo servigio.»

Indi dopo avere ordinato ai suoi di montare a cavallo, prese pel suo prigioniero il miglior palafreno che si trovasse nella scuderia di sir David. Mistress Wilson, tutta in lagrime, consegnò al giovane un picciol fardello ove avea collocati tutti que' pochi arredi che gli sarebbero stati indispensabili, e ad un tempo fece scorrere nella mano di lui una borsa ben fornita, soggiugnendogli essere ciò per parte dello zio; ma veramente era una porzione de' risparmi fatti da questa donna caritatevole.

Bothwell mantenne religiosamente la sua promessa di ben comportarsi per riguardo al prigioniero: perchè gli fece slegare le mani, nè prese d'altra cautela se non quella di collocarlo in mezzo a due de' suoi uomini a cavallo.

Tutto fu confusione nel castello dopo la partenza de' soldati. Sir David, angosciato per la sventura del nipote, e disperato per aver perdute venti lire sterline senza costrutto, si gettò sopra d'un seggiolone, nè fece allora che ripetere in tutta la sera. »Rovinato d'ogni banda! rovinato da ogni banda! beni e persone!»

Mistress Wilson disacerbò la propria doglia vomitando un torrente di ingiurie addosso a Mausa e Cuddy, e mettendoli fuor della porta.

»Addio, miserabile strega, tal fu la conclusione delle invettive. In grazia tua, ecco che il più bel giovane di tutta la Scozia viene condotto prigione!»

»Che monta ciò? disse Mausa. Non vi vergognate di compiagnere un uomo in procinto di rendere testimonianza a chi è la vera luce? Si vede bene che siete ancora nelle tenebre del peccato. Ho fatto per Enrico quello che avrei fatto pel mio proprio figlio, e se Cuddy fosse degno di battere le vie del Signore…»

»Oh non vi affannate su ciò, replicò Alison. Ve ne do parola io; starete poco a metterlo in buoni panni simili a quelli che procuraste al signor Enrico.»

»Ebbene! allora sarò come la madre dei Maccabei; gli suggerirò di non venir mai a patti cogli empi, d'essere martire, se fa d'uopo, della propria fede. Alzerò la mia voce in mezzo ai persecutori, come Daniele fra i dottori della legge; io…»

»Finitela una volta, finitela, o madre, la interruppe traendosela seco Cuddy, e non annoiate più lungo tempo questa buona signora. Voi avete predicato oggi per un mese. Non siete anche contenta delle faccende di questa giornata? Voi avete fatto condurre in carcere il sig. Enrico, siete stata cagione, che il signor del castello si levi inutilmente di saccoccia venti lire sterline, denaro che continuerà a sospirare per lungo tempo; mercè vostra siam banditi da una casa ov'eravamo stati accolti con tutta ospitalità. A meno che non abbiate risoluto farmi mettere sulla forca, non vedo qual cosa vi resti ancor da operare.»

Mausa lo seguì borbottando fra' denti le parole, testimonianza, spirito, luce, gran drago, ed entrambi si posero in cammino senza sapere ove troverebbero nuovo ricovero.

CAPITOLO VIII

 
»Figlio di Marte, crebbi sotto i paterni auspici
»L'attestan sul mio petto nobili cicatrici:
»E fei guerra a vicenda sul campo dell'onore
»Alla Francia, ai rivali, gloria difesi e amore.»
 
Burns.

»Non vi lasciate vincere dalla costernazione, diceva strada facendo Bothwell al suo prigioniero. Ho veduto che avete coraggio. Ebbene! il peggio che possa accadervi è l'essere appiccato, ma in tempo di guerra non è un disonore. Molti valorosi ebbero la stessa sorte. Già non posso dissimularvi che la legge vi condanna, a meno che non vi prestaste ad una sommissione convenevole, e che vostro zio non isborsasse una buona ammenda per voi. Almeno sappiam che ha il modo di pagarla, quand'anche, come pare, non ne abbia la voglia.»

»Il pericolo di mio zio è la cosa che più mi molesta, rispose Morton. So che è affezionato al denaro quanto alla propria vita; e poichè a non saputa di lui ho dato asilo per una notte a Balfour, fo voti i più sinceri al cielo, onde il gastigo, qualunque esser possa, non cada che sopra di me.»

»Ascoltatemi dunque. Voi siete giovine, vigoroso, ben fatto, della persona: è fra le cose assai probabili, che vi propongano servigio in uno dei reggimenti scozzesi mandati in terra straniera. Il partito non è da disdegnare: se v'è il caso di venir alle mani, o se avete amici che vi spalleggino, voi non tarderete ad aver patente d'ufiziale.»

»Tal gastigo non lo sarebbe per me, perchè non desidero meglio, ed è appunto la cosa di cui parlava stamane a mio zio.»

»Da vero? Ma voi dunque non siete Presbiteriano?»

»Non ho mai parteggiato per alcuna delle fazioni che han portata la discordia fra i miei concittadini. Ho vissuto fin qui tranquillamente presso lo zio, e ve lo replico, io divisava raggiugnere qualcuno de' nostri reggimenti stanziati fra gli stranieri.»

»Debbo sapervi buon grado di tal vostra idea che in certo modo fa corte alle mie: così io pure ho incominciato carriera. Ho servito lungo tempo in Francia fra le guardie scozzesi. Il diavolo mi porti se non è la migliore scuola quanto a disciplina! Fate quel che volete se non siete di servizio: nessuno ci bada. Ma mancate un giorno all'ordinanza, e vi aggiustano per le feste! Questo accidente mi è accaduto una volta; e il vecchio capitano Montgomery mi fece per sei ore continue star di sentinella, legato ad un palo sul pianerottolo dell'arsenale ad un sole ardente!.. corpo di mille diavoli! Io ero cotto quanto il può essere una testuggine nelle migliori taverne di Londra.»

 

»E sicuramente voi amerete il servigio militare!»

»Sopra tutte le cose! ben inteso però… senza pregiudizio delle donne e del vino.»

»E faceste la guerra in Francia?»

»La nostra prima fazione era far la guardia alla persona del re, a Luigi il Grande, o mio figlio. Ma abbiamo anche servito in alcune spedizioni contro gli Ugonotti, e non mi fruttavano male, se debbo dirla; se non altro mi addestrarono al genere di servizio che adesso mi tocca prestare. Ma orsù! vedo che siete un buon camerata, ed è giusto che abbiate la vostra parte sul contante regalatomi dal vecchio zio, perchè a quel che penso dovea tenervi assai scarso di borsellino. Noi siamo fatti così. Quando ci troviamo in denari non lasciamo mai nel bisogno i colleghi.»

Sì dicendo, cavò di scarsella la borsa di sir David, e messole mano, ne trasse fuori un pugno di monete d'oro, che, senza contarle, offerse ad Enrico. Morton lo ringraziò senza accettarle; ma ad onta della generosità manifestata in quel momento da Bothwell, non giudicò prudente consiglio il far cenno del denaro ricevuto dalla governante; si limitò quindi a dire che per allora non avea bisogno di alcuna cosa ed esser certo che lo zio non lo avrebbe lasciato privo di soccorsi ogni qualvolta glie ne avrebbe fatto richiedere.

»Poichè è così, queste monete continueranno a stivare la mia saccoccia. Quando è ben piena, mi fo un dovere, finchè non sia vuota, di non lasciar la taverna ammeno che non mi chiami il servizio. Se poi la borsa è sì leggiera che il vento la possa portar via, lesti a cavallo! e capita sempre qualche via di riempirla. – Ma a chi appartiene questa torre che s'innalza in mezzo della foresta?»

»Voi vedete il castello di Tillietudlem, disse uno degli uomini a cavallo. Qui dimora lady Bellenden, ottima fra quanti sono affezionati alla causa del re e buon'amica de' militari. Allorchè riportai quel mal colpo da uno di questi cani di Puritani, stato dietro una siepe ad appostarmi coll'archibuso, passai un mese intero nella casa di questa ragguardevole signora, e mi prenderei a patto d'essere ferito una seconda volta, purchè avessi certezza che mi toccasse un ospitale di quella fatta.»

»Molto bene! soggiunse Bothwell, voglio in tale occasione farle omaggio del mio rispetto e chiederle ad un tempo qualche reficiamento pe' miei uomini e pe' miei cavalli. Sono assetato come se non avessi bevuto di sorte alcuna al castello di Milnwood. – L'è una gran bella condizione ai tempi in cui siamo, proseguì volgendosi ad Enrico, la condizione di un soldato del re! Non passa davanti a casa che non vi trovi onde ristorarsi. Appartiene questa ad un Reale? Le offerte gli vengono dall'amicizia. Entra in quella d'un fanatico Puritano? Si fa servire per forza. Trovasi alloggiato da un moderato Presbiteriano, ovvero da persona su di cui gravita qualche sospetto? il timore de' padroni gli procaccia tutto quanto desidera: in guisa che v'è da guadagnare da tutte le bande.»

»E in guisa che voi divisate di fare una visita al castello di Tillietudlem!»

»Sì certamente! come potrei dare ai miei superiori vantaggiose informazioni sulle buone massime che guidano la padrona del luogo, senza assaggiare il suo vin di Spagna? È questo vino il conforto delle vecchie vedove d'alto grado, come la mezza birra è il conforto di vostro zio. Ma voi ne assaggerete in nostra compagnia. Prigioniero o non prigioniero, ciò poco monta; ho promesso trattarvi bene, nè accadde mai che Bothwell mancasse alla parola data una volta.»

»Quand'è così non farete difficoltà a concedermi una grazia che debbo chiedervi.»

»Purchè non si opponga al mio dovere, potete starne sicuro. Che bramereste?»

»In questa famiglia io son conosciuto; non vorrei vi si risapesse l'accidente occorsomi. Permettete ch'io ben m'avvolga nel mantello d'un dei vostri uomini, e indicatemi soltanto come un prigioniero fidato a voi, astenendovi dal pronunziare il mio nome.»

»Ben volentieri! Andrea, date il vostro mantello al prigioniero. – E voi soldati, ricordatevi che è proibito il dire chi egli sia e dove lo abbiamo arrestato, sotto pena, se trasgredite, di star per due ore sul cavallo di legno, con un peso di cinquanta libbre a ciascun piede.»

Sì dicendo, giunse colla sua comitiva dinanzi a un andito in volta, fiancheggiato da due torricelle, entro le quali abitava la famiglia d'un contadino, che facea l'ufizio di guardian del castello. La porta di questo andito, che nel durare delle guerre civili era stata fracassata dai soldati di Monk, non venne riparata più mai. In quel tempo il guardiano e la famiglia di lui trovavansi a lavorare ne' campi; però Bothwell e la sua brigata non ebbero ostacolo ad inoltrarsi in quello stretto e tortuoso corritoio, selciato di grossi mattoni: di lì montando una salita ripida anzichè no si perveniva al castello, le cui fortificazioni esterne vedeansi a quando a quando per mezzo agli alberi. Era questa una fortezza fabbricata a' tempi de' Sassoni con tanta saldezza, che tuttavia un aspetto ragguardevole presentava.

»Corpo di mille diavoli! sclamò Bothwell nel contemplarla. Fortuna che è capitata in mano di gente dabbene! Se appartenesse a qualche Puritano, basterebbero a difenderla contro uno squadrone di cavalleria dodici vecchie colle lor rocche, sol che avessero metà della risolutezza onde sfoggia la strega da noi lasciata a Milnwood. – Vediamo ora che cosa dica l'inscrizione posta in fronte a cotesta porta. Riparata da ser Ralph Bellenden nell'anno 1550. Per bacco! è un'antichità rispettabile. – Conviene ch'io mi presenti con cortesi modi alla vecchia signora, e che cerchi richiamarmi alla memoria alcuno de' complimenti di cui la mia testa era piena quand'io frequentava le società di riguardo.»

Intanto ch'ei facea tali considerazioni, il cantiniere di Milady stava guatando dalle feritoie coloro che giugnevano; laonde corse ad avvertire la signora, come una brigata di dragoni insieme ad un prigioniero s'avviasse al castello.

»Son certo, le diss'egli, che il sesto di questi è un prigioniero, perchè lo vedo fra mezzo a due altri che gli tengono le redini del cavallo; ed era sempre in tal guisa che conducevano i prigionieri ai giorni del gran marchese.»

»Soldati del re! sclamò Lady Bellenden. Senza dubbio abbisognano di qualche ristoro. Correte, Gudyil; dite loro che sono i benvenuti, nè vi state dall'offerire ai medesimi tutto di che potessero aver mestieri. – Poi or che ci penso! voglio riceverli io stessa. Non saran mai troppi i riguardi verso persone che non la perdonano a fatiche per far rispettare l'autorità del monarca. A me la mia grande mantiglia di velluto nero! dite a mia nipote di raggiugnermi tostamente; che Jenny Dennison e due altre donne di casa si preparino per seguirmi a qualche distanza!»

Tutti i quali ordini furono momentaneamente eseguiti; e lady Margherita in tuon dignitoso discese fino al cortile del suo castello per ivi ricevere decorosamente sì fatti ospiti. Bothwell nel salutarla prese quel contegno di disinvoltura solita a contraddistinguere in allora i cortigiani di Carlo II, nè da' suoi modi nulla trapelava più di quella rozzezza ch'era propria ad un sergente di dragoni. E veramente Bothwell, nel corso di una vita variamente agitata da moltiplici vicessitudini, aveva talvolta frequentate compagnie adatte piuttosto alla nobiltà del suo nascere che al grado da lui tenuto nella società. Ei disse pertanto a lady Margherita, come gli rimanessero a far molte miglia prima di sera, e quindi la pregava concedere per un'ora ricetto sì a lui che alla sua truppa tanto di far riposare i cavalli.

»Ben volentieri! rispose lady Margherita. La mia gente avrà cura perchè nulla vi manchi, e voglio sperare che in questo intervallo voi e i vostri compagni accetterete qualche cosa per ristorarvi.»