bepul

I Puritani di Scozia, vol. 1

Matn
iOSAndroidWindows Phone
Ilova havolasini qayerga yuborishim mumkin?
Mobil qurilmada kodni kiritmaguningizcha oynani yopmang
TakrorlashHavola yuborildi

Mualliflik huquqi egasi talabiga ko`ra bu kitob fayl tarzida yuborilishi mumkin emas .

Biroq, uni mobil ilovalarimizda (hatto internetga ulanmasdan ham) va litr veb-saytida onlayn o‘qishingiz mumkin.

O`qilgan deb belgilash
Shrift:Aa dan kamroqАа dan ortiq

»Il numero de' ribelli?»

»Forse fra i mille e i mille dugento; ma le voci variano su di ciò.»

»Egli è dunque tempo di raggiugnerli. Bothwell, fate tosto dare il segnale per montare a cavallo.»

Uscito Bothwell in quell'istante, le volte del castello rintronarono dello squillare delle trombe.

»Voi partite adunque (sclamò lady Margherita, cui sì fatto segnale rammentò le sue antiche sventure). Oimè! fra tutti questi valorosi servi di S. M. raccoltisi ora sotto il mio tetto, chi sa quanti ve n'ha che non mi sarà più dato di rivedere? Perchè, o colonnello, non vi accertate meglio della forza di questi ribelli?»

»La loro forza non può essere ancora sì rilevante; ma ad ogni modo non ho un minuto da perdere, e il loro numero ne crescerebbe dieci volte di più, se dessi tempo di riunirsi a tutti i mal'intenzionati di questi dintorni.»

»Alcune bande ne son già in cammino, soggiunse lord Evandale; anzi a quanto mi viene assicurato aspettano un rinforzo di que' Presbiteriani ancora, che passavano per sottomessi alle leggi, e riconoscono siccome capo il giovane Milnwood, figliuolo del famoso colonnello Silas Morton.

Un tal discorso produsse effetti diversi su le diverse persone che lo ascoltarono. Sorpresa Editta da terrore e da disperazione si lasciò cadere sopra una seggiola. Claverhouse volse al maggiore uno sguardo di trionfo che parea dirgli: »Voi lo vedete ora quai massime professa il vostro protetto!» Cogli occhi accesi come bragia il maggiore in tali accenti proruppe: »Ella è una menzogna, una infame calunnia, che questi sciagurati ribelli avranno inventato per assicurarsi d'un maggior numero di partigiani. Guarentirei per Enrico come se fosse un mio figlio. Non la cede in buone massime a verun ufiziale delle guardie, e miss Editta Bellenden potrebbe attestarle quant'io. Ma fatelo venir qui; ch'egli si spieghi. Ascoltatene le giustificazioni.»

»Sia egli innocente o colpevole, non trovo difficoltà a ciò. – Maggiore Allan, munitevi d'una guida, e conducete il reggimento alla volta di Loudon-Hill. Tenetevi al passo per non dare troppa fatica ai cavalli. Fra un'ora Evandale ed io vi raggiugneremo. Bothwell rimarrà con una scorta alla custodia de' prigionieri.»

Così Allan come gli altri ufiziali, eccetto Evandale e il colonnello, uscirono dalla sala; e ben tosto il suono della musica militare e il calpestio de' cavalli annunziarono che il reggimento partiva dal castello.

Intanto che Claverhouse si adoperava a calmare i timori concetti da lady Margherita, e trarre nella propria opinione sfavorevole a Morton il maggiore Bellenden, Evandale, superando lo scoraggiamento che rende sempre i giovani amanti diffidenti di se medesimi e timidi alla presenza dell'amato oggetto, si avvicinò a miss Editta volgendole in soave tuono tai detti, spiranti ad un tempo tenero affetto e virtù.

»Io sono dunque per lasciarvi, miss Bellenden, o piuttosto permettetemi vi chiami (che sarà la prima e forse l'ultima volta) diletta Editta. Dio sa quando e se mi sarà dato di rivedervi! Troppi rischi sovrastano a chi professa il mestiere dell'armi; ma fino all'ultimo sospiro io serberò tutto… tutto il rispetto che da lungo tempo vi ho tributato.»

Ma il suon della voce, il fuoco che negli occhi d'esso brillava, l'agitazione di tutta la persona manifestavano un senso ben più forte del rispetto, benchè solo di rispetto ei favellasse. Nè era possibile che Editta confondesse una cosa coll'altra, o rimanesse con animo affatto immoto all'aspetto di una tenerezza sì modestamente espressa quanto profondamente sentita dall'innamorato milord. Comunque oppressa dall'idea del pericolo, da cui era allor minacciato l'amante ch'ella preferiva, non potè ristarsi dal provare un moto di compassione per l'amabile giovinetto che si congedava da lei nell'atto di avventurarsi ai rischi terribili della guerra.

»Spero… ho grande fiducia, diss'ella, che non correrete verun pericolo; che il terrore delle vostre armi prima che le adoperiate porrà in fuga i ribelli; che voi tornerete ben tosto a ricever congratulazioni e pegni di amicizia da tutti gli abitanti di questo castello.»

»Da tutti? rispose il Lord dando un'espressione studiata di dubbio e di malinconia a tale voce. Così potess'io esserne persuaso! ma non ispero io già tanto sollecito il buon successo che ci ripromettiamo. Tutt'altro che numeroso il corpo d'esercito cui appartengo, non potrà col sol mostrarsi intimorire i sommossi; onde prevedo che sol dopo molto spargimento di sangue si perverrà a spegnere la ribellione. Costoro, entusiasti d'animo deliberato, son condotti da comandanti non affatto ignari di guerra. Che anzi non posso ristarmi dal credere, che l'ardore impetuoso del nostro colonnello ne fa marciare troppo affrettatamente contr'essi. Ne conveniva meglio l'assicurarsi prima d'un rinforzo, e limitare intanto le nostre fazioni a vegghiar su le vie di comunicazione per impedire l'assembrarsi di un maggior numero di partigiani ribelli. Ma mio dovere si è l'ubbidire, nè avvi tra noi chi abbia men di me motivo di paventare i pericoli.»

Qui a miss Editta presentavasi l'occasione di parlare a lord Evandale per Enrico; unica via di salvezza, che sembrasse rimanergli tuttora aperta. Pur titubava ella ancora, nè sapea con quali termini indirigere al giovine capitano la sua inchiesta, allor quando udì questo comando di Claverhouse. »Bothwell, conducete tosto alla mia presenza il prigioniero. È vero che dobbiam partire, ma questa bisogna non ci porterà grande indugio. – Ascoltatemi; abbiate cura di ordinare uno squadrone e di far caricare le carabine.»

Parole nelle quali Editta credè udire la sentenza di morte proferita contro l'infelice giovane di Milnwood, e divenute in lei più forti dal ritegno onde non osava sollecitare un amante infelice a farsi intercessore egli stesso pel proprio rivale! »Milord, gli diss'ella, questo giovane è l'amico intrinseco di mio zio. – Voi avete molta possanza sull'animo del vostro colonnello. – Ardirei io pregarvi d'adoprarla a pro di questo infelice? – Mio zio ve ne professerebbe eterna gratitudine.»

»Non vorrei, miss Bellenden, mi credeste da più che non sono. Altre volte m'è accaduto non riuscire in simili domande inspiratemi da sentimento d'umanità.»

»Fatene una prova anche una volta per amor di mio zio.»

»E perchè non dite per amor vostro? – Perchè non mi concedete di credere che il prestarmi a quanto si desidera da me torni parimente a vostra soddisfazione? Avete dunque sì poca fiducia in un antico amico per torgli sino la dolce persuasione di potere una volta far qualche cosa che vi riesca d'aggradimento?»

»Certamente, rispose Editta… certamente… voi mi fareste cosa oltre ogni dire aggradevole. – Prendo vivissima parte al destino del signor Morton a cagione… di mio zio. Oimè! odo i soldati. In nome del cielo, o Milord! non mi ricusate quanto vi chiesi. Non perdete un istante.»

»Siate tranquilla, le disse lord Evandale. Ne chiamo in testimonio il cielo, Morton non morrà, dovessi io morire in sua vece! Ma (soggiunse prendendole una mano che ella non ebbe il coraggio di ritirare) non mi concederete voi parimenti una grazia?»

»Tutto quanto potete sperare dalla tenerezza d'una sorella.»

»E si limita dunque a ciò tutto quello che giugneranno ad ottenere da voi le mie sollecitudini finchè vivo, la mia memoria se più non sarò?»

»Deh! non parlate in questa guisa, o Milord; che troppo profondamente mi affliggete, nè a voi medesimo rendete giustizia. Non v'è alcuno che possieda più interamente di voi il mio rispetto, la mia stima, la mia amicizia…»

Ella andava studiando i termini onde conchiudere questa frase senza trafiggere l'animo appassionato di lord Evandale, allorchè udì un sospiro, che le fe' volgere il capo verso altra parte. Venìa questo sospiro da Morton carico di catene e condotto ivi in mezzo a' soldati. Gli ultimi accenti da lei pronunziati avean ferito l'orecchio del prigioniero, che in passando lasciò cadere sovr'essa un'occhiata di rimprovero, e la convinse in tal guisa com'egli avesse male interpretata la natura del colloquio ch'essa ebbe col lord; avvenimento che sol mancava a compiere la confusione e l'angoscia di miss Editta. Sparitine allora dal volto i colori che dianzi l'animavano, fecero luogo ad una mortal pallidezza. Nè sfuggì tale cambiamento all'occhio acuto di Evandale, che sospettò tantosto qual genere di premura, qual genere di pietà tenesse sollecita la donzella che l'animo gli signoreggiava; e portando alternativamente gli sguardi, or sopra Editta, or sopra Enrico, tai sospetti in certezza gli si tramutarono.

»Se non m'inganno, diss'egli dopo un istante di silenzio, questo giovane è pur quegli che riportò il vanto d'aver tirato meglio al bersaglio nel giorno dell'ultima rassegna.»

»Non saprei… non saprei troppo… ma credo di sì» balbettò Editta.

»Ed io ne son certo, disse con lieve tinta d'amarezza Evandale. Non è maraviglia che un'avvenente donzella si affanni a pro di chi fu vincitore.»

Lasciando in quell'istante Editta, mosse verso Claverhouse, che s'era allora seduto dinanzi ad una tavola; e postosi a qualche distanza da esso rimase in silenzio coll'intenzione di regolare il proprio contegno colle cose che fossero per accadere.

CAPITOLO XII

 
»Più d'ogni mostro che fu all'orbe infesto»
»La gelosia, Signor, questa paventa.»
 
Otello

A spiegar meglio l'impressione che fecero sopra Enrico le ultime parole, sfortunatamente da esso udite, di miss Editta, ne è indispensabile il dipingere lo stato, in cui trovavasi allora l'animo suo, e presentar parimente alcuni cenni sull'origine della conoscenza ch'ei con questa ragguardevole donzella incontrò.

Enrico Morton era stato favorito dalla natura d'una di quelle felici indoli che fan propenso chi le possiede ad attribuirsi minori pregi di quanti ne ha veramente. Aveva ereditato dal padre un coraggio pronto a qualsivoglia cimento, e un odio insuperabile contr'ogni genere d'oppressione. Comunque la famiglia di lui avesse abbracciati i dogmi de' Puritani egli però non ne partecipò le massime sì che le spingesse oltre i confini d'ogni rigore, nè una scintilla tampoco del fanatismo puritano nell'animo di lui penetrò.

 

Se l'avarizia d'uno zio tardò l'educazione di questo giovine, non gl'impedì nondimeno di far valere le ottime inclinazioni ricevute dalla natura; perchè egli non lasciò giammai sfuggire occasione a lui offertasi di acquistar cognizioni, ed anzi in proporzione di fatica fatta per apprenderle, queste si radicarono più salde nella sua mente. L'animo di lui nonostante era invilito dal riguardo della povertà di sua fortuna e dalla necessità di dipendere per assicurarsi sostentamento. Le quali cose nel renderlo diffidente di se medesimo, gl'inspirarono quella aria di ritegno, che nascondea i pregi e il vigore dell'animo, suo retaggio, come dicemmo, ma sol conosciuti da pochi intrinsechi suoi amici. Non avendo parteggiato per veruna delle fazioni che tenevano in trambusto la Scozia, i più il riguardarono siccome uomo indifferente, siccome uno di coloro, che nè dalla religione nè dall'amor di patria prendevano spinta; conchiusione per altro ingiustissima, perchè la neutralità cui si attenne avea in lui origine da motivi diversi e affatto degni d'encomio. Schivò il collegarsi colla setta perseguitata, perchè ne fastidiva lo spirito di parte, la mediocrità d'ingegno de' capi, il truce fanatismo, l'odio inviperito che mostravano contro chi professava contrarie massime, i delitti cui l'intolleranza traevali. Non quindi meno abborriva la condotta opprimitrice e tirannica dei ministri del governo, i quali lasciando la briglia ad una sfrenata soldatesca, e confondendo nelle punizioni il colpevole collo innocente, null'altro ottenevano se non se d'accendere vie più l'incendio che si davan vanto d'estinguere. Sola nausea quindi, mossa in lui dalle colpe che entrambe le parti si permetteano, il trasse al consiglio di rimanere semplice spettatore della sanguinosa querela.

Il maggiore Bellenden che fu tra i migliori amici del colonnello Silas Morton, continuò ad averne in predilezione il figlio dopo la morte del padre. Quindi Enrico era il ben venuto a Charnwood ogni qual volta vi si presentava, e i soli rimproveri che riceveva ad ogni volta gli derivavano dal sembrarne le visite troppo rare. Ivi ei conobbe Editta, solita di frequente ad andare a star collo zio. Il maggiore, così lontano dal formare sospetti quanto lo è in simili circostanze mio zio Tobia di Sterne, nè manco immaginò che il continuo vedersi di questi giovani potesse divenir fomite d'un reciproco amore. Il dio fanciullo pertanto s'introdusse ne' loro cuori con veste d'amicizia, e siccome è d'uso, prese ad imprestito il linguaggio dell'amicizia, e dalla amicizia domandò i privilegi. Allorchè miss Bellenden trovavasi a Tillietudlem, la brama di trasferirsi a diporto la conducea sovente in una bella prateria situata due miglia lontan dal castello, e il caso faceva che anche Enrico tutte le volte vi convenisse. Tai mutui scontri comunque frequenti, non sembravano però cosa straordinaria nè all'uno nè all'altra, e in fine si convertirono in una specie di patto. La parola amore non era mai stata pronunziata fra essi, ma ciascun di loro conoscea perfettamente lo stato del proprio cuore, e indovinava quello del suo compagno. In somma tale scambievolezza ad entrambi tanto gradevole, benchè non li lasciasse scevri di tema per l'avvenire, durò fino all'istante cui pervenimmo col nostro racconto.

In questo mezzo, Enrico non dissimulava a se stesso il poco fondamento de' suoi voti alla mano d'Editta. Le ricchezze, la nascita, l'avvenenza, i pregi d'animo di questa donzella dovevano necessariamente farla scopo alle inchieste d'altri giovani posti in istato di vederle meglio accolte che nol potessero giammai esser quelle di Morton. Che anzi la voce pubblica preconizzava Evandale sposo di Editta, voce che sembrava confermata e dalle frequenti gite del lord a Tillietudlem, e dalla particolare considerazione in cui lady Margherita il tenea.

Jenny Dennison non poco avea contribuito ad aumentare la gelosia del giovane di Milnwood. Costei, vera civetta di villaggio, ogni qualvolta non potea tribolare i propri amanti, ne cercava un compenso dal mettere in angustie l'amante della sua padrona, nè ciò veramente procedea da astio nudrito contro d'Enrico, che anzi le era geniale, siccome leggiadro giovane; poi essendo Jenny per dir vero affezionatissima a miss Editta, non potea vederne di mal'occhio l'amante. Ma i pregi d'avvenenza non erano minori in lord Evandale, più generoso in oltre, avendone i modi, di quanto l'altro potesse mostrarsi; onde non è maraviglia se nell'animo di questa Jenny la bilancia preponderava a favore del lord. Aggiungasi ch'ella trovava cosa per se più onorifica e profittevole il divenire la cameriera di lady Evandale che non quella di mistress Morton. Ella pertanto tormentava di frequente Enrico, or con suggerimenti amichevoli, or con ufficiose confidenze, ma tutte intese a trarlo in persuasione che miss Bellenden a malgrado de' mutui colloqui e del continuo cambio che succedea fra i due amanti, or di libri, or di lettere, or di disegni, sarebbe finalmente divenuta lady Evandale.

Le quali suggestioni corrispondeano sì al giusto coi timori e sospetti concepiti dallo stesso Morton che agevolarono vie più nel suo cuore l'accesso a quella gelosia, solita a non mai scompagnarsi da chi ama sinceramente, e soprattutto da coloro, il cui amore è contrariato da ostacoli, sia che gli opponga disparità di fortuna e di nascita, o voler di congiunti. Aggiungasi che qualche dì innanzi, la stessa lealtà connaturale di Editta non entrò per poco nello svolgere in cuor d'Enrico questi vigorosi germi di gelosia. I discorsi loro eran caduti sopra alcune violenze commesse da una banda di Reali, e che comunque a torto, venivano imputate agli ordini dati da lord Evandale. Editta, fedele in amicizia come in amore, sentì amarezza d'alcune severe censure che contro il lord si era fatte lecite Morton, censure cui crescea acerbità lo spirito di gelosia che le animava. Ella pertanto si assunse a difendere l'incolpato con tale vivacità che trafisse non poco l'anima d'Enrico, e ciò a grande soddisfazione della maligna Jenny, solita ad accompagnar la padrona nelle gite sue di diporto. Ben lesse Editta nel cuor dell'amante i sospetti che ella vi avea nol volendo gettati, e ben si studiò con indiretti modi a dissiparli, ma non era questa impressione sì facile a cancellarsi; nè tale impressione aveva avuto lieve parte nella risoluzione di cercar servigio in terre straniere, risoluzione alla quale Enrico erasi abbandonato, e che poi trovò ostacolo nell'avarizia dello zio.

La visita ch'Editta fece ad Enrico nella stanza di sua prigionia, e l'affanno onde per lui sì manifestamente struggeasi, avrebbero dovuto dissipare intieramente i sospetti dell'aflitto amante; ma questi, ingegnoso nel crucciare se stesso, volle attribuire le sollecitudini della giovane all'amicizia, alla pietà, non all'amore, sentimento che ei persisteva a credere serbato a lord Evandale.

Immerso stavasi in sì fatte idee, allor quando Bothwell venne a trovarlo, accompagnato da due dragoni, un de' quali portava catene con sè.

»Gli è d'uopo seguirmi, o giovane, ma prima di tutto si pensi alla vostra acconciatura.»

»Alla mia acconciatura! Che intendete dire con ciò?»

»Conviene mettere queste smaniglie. Non ardirei… cioè (corpo del diavolo! non v'è cosa ch'io non ardissi) ma non vorrei per tre ore di saccheggio d'una città presa di assalto presentare al mio colonnello un prigioniero che non avesse incatenate le mani. Dunque, amico mio caro, risolvetevi.»

Detto ciò, mosse verso di lui; ma Morton afferrando la seggiola di quercia, su di cui prima stava seduto, minacciò spaccarne il cranio a chiunque pretendesse assoggettarlo a simile indegnità.

»Non fate il cattivo, soggiunse Bothwell e pensate che qui non siete il più forte. Ne costerebbe poco il ridurvi a partito: ma amerei meglio che vi sottometteste colle buone.»

Nè avea torto nel desiderar ciò, perchè una resistenza qualunque opposta da Enrico poteva essere cagione di strepiti, che giugnessero fino all'orecchio del colonnello; nè a Bothwell sarebbe stata menata buona l'indulgenza di non mettere fra' ceppi un tal prigioniero.

»Abbiate prudenza, continuò a dirgli. Non isconcertate voi medesimo le cose vostre. Si vocifera nel castello, che la nipote di lady Margherita sia per isposare il nostro giovane capitano lord Evandale. Ho udito io medesimo quand'ella gli chiedea di farsi vostro intercessore presso il colonnello. – Ma che diavolo avete dunque? Siete divenuto pallido come la mia camicia! Volete un bicchier d'acquavite?»

Nel dir tai cose Bothwell andava mettendogli le catene alle mani, nè Morton si opponeva di sorte alcuna.

»Miss Bellenden chiedere la mia vita a lord Evandale!» esclamò.

»Sì, sì, ella; nè v'è protezione valevole quanto quella delle donne. Prendono tutto d'assalto così in campo come alla corte.»

»Io dovrei la vita a lord Evandale?»

»Questa è cosa possibilissima; egli ha più potere nell'animo del colonnello, che alcun altro ufiziale del reggimento.»

Facendosi tai discorsi Bothwell conduceva il suo prigioniero nella sala ove Claverhouse lo aspettava. Gli accenti ultimi di Editta confermarono quest'infelice nella idea ch'ella amasse Evandale, e che adoperasse la prevalenza dell'amore per salvare a lui, Morton, la vita; vita che dovuta alla protezione d'un rivale gli diveniva odievole più che mai; laonde consacrandosi da quell'istante alla morte, risolvè difendere con vigore le ragioni dalla Scozia, i cui diritti credea nella propria sua persona oltraggiati. Avvicinatosi quindi con fermezza alla tavola innanzi a cui sedevasi il colonnello, non aspettò per parlargli d'essere interrogato.

»Con qual diritto, o signore, questi soldati m'hanno tolto alla mia famiglia, mi hanno caricato di ferri, mi hanno condotto dinanzi a voi?»

»Per mio ordine; e or vi dò l'altro di tacere e d'ascoltare le mie domande.»

»Voglio prima sapere, Morton arditamente replicò, se io sia legalmente arrestato, s'io mi trovi dinanzi ad un magistrato civile, o in vece se i diritti della mia patria non sieno posti in non cale e vilipesi sulla mia persona.»

»In fede mia, sclamò il colonnello, costui non manca di risolutezza!»

»Siete voi pazzo? si fe' a dire il maggiore. Per l'amor di Dio, Enrico! pensate che siete alla presenza di un ufiziale superiore di sua maestà.»

»Per ciò appunto, o signore, Enrico replicò, bramo sapere con qual diritto egli mi tenga prigioniero, allorchè nessun ordine d'arresto è stato messo contro di me. Se fossi al cospetto d'un magistrato, saprei allor contenermi colla dovutagli sommissione.»

»Il vostro giovane amico, disse Claverhouse voltosi al maggiore, è un di que' signorini che soffrono il puntiglio, e non vorrebbero nè anco annodar la cravatta senza un ordine del giudice di pace; ma gl'insegnerò prima di separarci, che i miei distintivi militari possono equivalere alla mazza d'un giudice. – In somma per terminare la discussione, vorreste dirmi, quel giovane, quando e dove avete veduto Balfour di Burley?»

»Siccome non ravviso in voi il diritto di farmi tale interrogazione, così non vi darò alcuna risposta.»

»Dunque risponderò io in vece vostra. Voi avete confessato al mio sergente che deste asilo a questo Balfour nel castello di vostro zio. Perchè meco non vi comportate con eguale franchezza?»

»Perchè presumo che la vostra nascita e la vostra educazione vi abbiano posto in istato di conoscere quai sieno i diritti di ogni Scozzese, e perchè voglio farvi vedere come fra gli Scozzesi si trovino alcuni uomini capaci di far valer tai diritti.»

»E voi senz'altro sareste quel tale, pronto a sostenerli coll'armi alla mano?»

»Se fossimo soli, uno a petto dell'altro, ed io armato al pari di voi, non mi fareste due volte simile inchiesta».

»Basta così! replicò Claverhouse, il modo de' vostri discorsi conferma l'idea ch'io mi era fatta di voi. Ma siete figlio d'un soldato, e mostrate valore benchè postovi nelle file de' ribelli; vi risparmierò l'infamia d'una morte disonorante.»

»Qualunque sia il modo onde io debba perire, perirò, come s'aspetta, al figlio di un prode militare, e l'infamia di cui mi parlate… oh l'infamia! ricadrà sopra coloro che versano il sangue innocente.»

»A maraviglia! – Avete cinque minuti per riconciliarvi col cielo. – Bothwell, conducete il prigioniero nel cortile e ordinate uno squadrone.»

 

Tal'indole di colloquio aveva agghiacciati d'orrore e ridotti al silenzio tutti coloro che l'ascoltarono; ma in questo momento niun potè ristarsi dal sollevare la voce, dal supplicare il colonnello a favore di Morton. La stessa lady Margherita, che ad onta di pregiudicate massime non avea potuto spogliarsi di quella pietà, il più bello fra gli ornamenti del gentil sesso, divenne insistente più degli altri nel domandarne la grazia.

»Colonnello Graham! ella esclamò, risparmiate questo giovane imprudente; nè fate che il sangue di lui macchi le mura di una casa ove avete ricevuto l'ospitalità.»

»Voi non mi cagionereste il dispiacere d'un rifiuto, o milady, se pensaste quanto sangue si è sparso per colpa di persone simili a lui.»

»Lascio a Dio la cura della vendetta, o colonnello (replicò la vecchia matrona, di cui tremava ogni muscolo per l'agitazione dell'animo). La morte di questo giovinetto non tornerà già a vita quelli di cui deploriamo la perdita. Non si dà esempio di sangue versato entro le mura di Tillietudlem. Deh! concedetemi la sua vita.»

»Debbo compiere il mio dovere, o milady. Sapete che i ribelli stanno in armi intorno quasi alla vostra casa, e potete chiedere il perdono d'un giovane fanatico che basterebbe solo a diffondere la ribellione per tutto il regno? Chiedetemi cose possibili.»

»Colonnello, sclamò il maggiore Bellenden; non vi credeste già che ad onta dei miei vecchi anni, io lasciassi impunemente assassinare innanzi agli occhi miei il figliuolo d'un mio amico. Mi darete soddisfazione di questa violenza.»

»Semprechè vorrete, o maggiore; rispose freddamente Claverhouse. Bothwell, eseguite gli ordini.»

La persona, che sofferiva maggiori angosce in tal discussione, tre volte fece uno sforzo per parlare, e tre volte la lingua le ricusò la parola. Ella era rimasta seduta sulla propria seggiola, come immersa in una oppressione che la instupidisse. In tal punto si alzò, per voler correre verso il colonnello, ma le forze mancandole, cadde svenuta fra le braccia di Jenny, trovatasi per ventura dietro di lei.

»Soccorso! sclamò Jenny. Mio Dio! La mia giovine padrona muore!»

All'udire sì fatta esclamazione, lord Evandale che in tutto il durare di questa scena era rimasto immobile appoggiandosi sulla sua sciabola, e col capo inchinato sulle proprie mani, si alzò a sua volta, e indirigendosi a Claverhouse: »Colonnello, gli disse, prima che il prigioniero esca di qui, bramo dirvi una parola in disparte.»

Parve sorpreso Claverhouse; nondimeno si alzò tostamente, e seguendo il giovane capitano sino ad un angolo della sala accadde fra essi il seguente colloquio.

»Colonnello, lo scorso anno, nè ho d'uopo di rammentarvelo, la mia famiglia potè darvi prove del suo affetto interponendo ufizi a voi favorevoli presso il Consiglio privato. Nemmeno ho d'uopo rammentarvi che in quella circostanza, vi mostraste meco persuaso d'averne a me tutta l'obbligazione.»

»Certamente, mio caro Evandale! ed avrò qual mia fortuna se mi si presenterà occasione di pagar questo debito di gratitudine che ho con voi.»

»È venuta, mio colonnello! concedetemi la vita di questo giovane.»

»Evandale! voi siete pazzo, assolutamente pazzo! Qual sollecitudine è la vostra per la vita di questo fanatico? Il padre suo era l'uomo più pericoloso di tutta la Scozia; intrepido, risoluto, adorato dai soldati, inflessibile nelle sue massime. Il figlio di lui, a quanto sembra, è formato sul medesimo stampo. Se fosse un uomo di niuna importanza o prevalenza, qualche sgraziato contadino, o un oscuro entusiasta, pensate voi che ne avrei negata la grazia a lady Margherita ed al maggiore? Ma il giovane, per cui intercedete, è ben educato, pieno d'ardore e di coraggio, porta un nome conosciuto in tutta la Scozia. Non manca ai ribelli che un condottiere di tale tempera per assicurare alla loro fazione quella sicurezza di cui soltanto abbisognano, e per regolare a certo scopo il cieco entusiasmo che li trasporta. – Non vi presento or queste considerazioni per voglia di darvi un rifiuto, ma per indurvi a meditare le conseguenze di quanto mi domandate.»

»Custodite il prigioniero. Così cessano i temuti pericoli; ma permettetemi, o colonnello, d'insistere per ottenerne la vita. Ho fortissime ragioni per desiderare questo favore.»

»Ch'egli viva dunque! non so negarvi cosa che mi chiedete in tal guisa; ma ricordatevi, o milord, che se volete pervenire a grado eminente in servendo il monarca e la patria, la vostra prima sollecitudine esser dee quella di mettere in disparte le affezioni, i sentimenti particolari dell'animo, le passioni. Voi non dovete pensare che ai vostri doveri e al pubblico interesse. Non sono tali i tempi in cui viviamo, che si possano sagrificare ai vaneggiamenti d'un vecchio, o ai pianti d'una donna quelle massime di severità, da cui dipende la nostra salvezza in mezzo ai rischi che ne circondano. – Ricordatevi ancora che, se oggi cedo alle vostre istanze una tal compiacenza mi esimerà, spero, dall'udirmene porte da voi altre simili per l'avvenire.»

Tornatisi indi ad avvicinare alla tavola, il colonnello fissò in viso Morton onde scandagliare qual effetto avesse prodotto sopra di lui una sentenza di morte per cui abbrividito aveano tutti i circostanti.

»Guardatelo! Claverhouse disse con sommessa voce a Evandale, egli dee credersi al limitar della morte. Ha impallidito? ha fremuto? l'occhio ne è tranquillo, sereno il volto; il cuore di lui è forse il solo in questa sala che abbia regolari le sue battute. Osservatelo bene! Evandale, se mai questo uomo si trova a capo di una mano di ribelli, vi pentirete per primo d'avermi costretto ad usare indulgenza. – Quel giovane, si volse indi a Morton, mercè d'alcuni amici che si sono mossi per voi, la vostra vita è salva per ora. – Bothwell, traete tosto il prigioniero, e si vegli attentamente sopra di lui.»

L'idea di dovere la vita al rivale si rendè insopportabile a Morton. »Se la mia vita, esclamò, ha da esser dono di lord Evandale!..»

»Bothwell, l'interruppe il colonnello, conducete via il prigioniero. Non abbiam tempo d'ascoltare i suoi bei discorsi.»

Bothwell obbligò il prigioniero a seguirlo, e quando si trovarono insieme nel cortile gli disse: »Ov'anche si potesse morire più di una volta, sarebbe massima imprudenza avventurarsi come voi fate. Se concedete sì libero freno alla vostra lingua, non vi do cinque minuti di vita, e rimarrete nel primo fosso in cui ci scontriamo. Buon per voi che avrò cura di tenervi lungi dagli occhi del colonnello! su via! venite ad unirvi agli altri prigionieri.»

Nonostante la rozzezza de' modi suoi, il sergente vinto dal coraggio e dalla fermezza d'animo di Morton, lo avea preso in una tal quale affezione; e se la sentenza di morte non veniva ritrattata, Bothwell sarebbe stato dolentissimo della necessità di farla eseguire. Intanto lo condusse dinanzi al castello, ove stava una vecchia, e due uomini fatti prigionieri da lord Evandale, e custoditi da una banda di dragoni.

In questo mezzo, Claverhouse si congedava da lady Margherita, la quale non sapea perdonargli il poco riguardo che da esso ottennero le sue raccomandazioni.

»Io avea creduto finora, gli diss'ella, che il castello di Tillietudlem, ove sua maestà si è degnata intertenersi, potesse venir riguardato come un luogo d'asilo anche per coloro la cui condotta non fosse immune da rimproveri. Ma, ben me ne accorgo, le frutta vecchie non han più sapore. I servigi della mia famiglia portano una data lontana, e vengono dimenticati.»

»Non mai da me! rispose il colonnello; permettete ch'io ve ne assicuri, o milady. Un dovere, ch'io riguardava siccome sacro, ha potuto farmi esitante prima d'arrendermi a' vostri desideri e a quelli del maggiore; ma ora, mia cara lady Bellenden, lasciatemi la speranza che tutto sia posto in oblio. Questa sera vi condurrò dugento ribelli prigionieri, e vi prometto di perdonare a cinquanta per amor vostro.»