Kitobni o'qish: «Solo chi è destinato»
SOLO CHI È DESTINATO
(COME FUNZIONA L’ACCIAIO – LIBRO TRE)
MORGAN RICE
EDIZIONE ITALIANA
A CURA DI
ANNALISA LOVAT
Morgan Rice
Morgan Rice è l’autrice numero uno e campionessa d’incassi della serie epic fantasy L’ANELLO DELLO STREGONE che comprende diciassette libri; della serie campione d’incassi APPUNTI DI UN VAMPIRO che comprende dodici libri; della serie campione d’incassi LA TRILOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA, un thriller post-apocalittico che comprende tre libri; della serie epic fantasy RE E STREGONI che comprende sei libri; della nuova serie epic fantasy DI CORONE E DI GLORIA che comprende otto libri; e della serie epic fantasy UN TRONO PER DUE SORELLE, che comprende otto libri; della nuova serie di fantascienza LE CRONACHE DELL’INVASIONE che comprende quattro libri; della nuova serie fantasy OLIVER BLUE E LA SCUOLA DEGLI INDOVINI, che comprende quattro libri e della serie fantasy COME FUNZIONA L’ACCIAIO, che comprende quattro libri (ed è in prosecuzione). I libri di Morgan sono disponibili in formato audio o cartaceo e ci sono traduzioni in 25 lingue.
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Cosa dicono di Morgan Rice
“Se pensavate che non ci fosse più alcuna ragione di vita dopo la fine della serie L’ANELLO DELLO STREGONE, vi sbagliavate. In L’ASCESA DEI DRAGHI Morgan Rice è arrivata a ciò che promette di essere un’altra brillante saga, immergendoci in un mondo fantastico fatto di troll e draghi, di valore, onore e coraggio, magia e fede nel proprio destino. Morgan è riuscita di nuovo a creare un forte insieme di personaggi che ci faranno tifare per loro pagina dopo pagina… Consigliato per la biblioteca permanente di tutti i lettori amanti dei fantasy ben scritti.”
--Books and Movie Reviews
Roberto Mattos
“Un fantasy pieno zeppo di azione che sicuramente verrà apprezzato dai fan dei precedenti romanzi di Morgan Rice insieme ai sostenitori di opere come il CICLO DELL’EREDITÀ di Christopher Paolini... Amanti del fantasy per ragazzi divoreranno quest'ultima opera della Rice e imploreranno di averne ancora.”
--The Wanderer, A Literary Journal (Parlando de L'Ascesa dei Draghi)
“Un meraviglioso fantasy nel quale si intrecciano elementi di mistero e intrigo. Un’impresa da eroi parla della presa di coraggio e della realizzazione di uno scopo di vita che porta alla crescita, alla maturità e all’eccellenza… Per quelli che cercano corpose avventure fantasy: qui i protagonisti, gli stratagemmi e l’azione forniscono un vigoroso insieme di incontri che ben si concentrano sull’evoluzione di Thor da ragazzino sognatore e giovane che affronta l’impossibile pur di sopravvivere… Solo l’inizio di ciò che promette di essere una serie epica per ragazzi.”
--Midwest Book Review (D. Donovan, eBook Reviewer)
“L’ANELLO DELLO STREGONE ha tutti gli ingredienti per un successo immediato: intrighi, complotti, mistero, cavalieri valorosi, storie d’amore che fioriscono e cuori spezzati, inganno e tradimento. Una storia che vi terrà incollati al libro per ore e sarà in grado di riscuotere l’interesse di persone di ogni età. Non può mancare sugli scaffali dei lettori di fantasy.”
--Books and Movie Reviews, Roberto Mattos
“In questo primo libro pieno zeppo d’azione della serie epica fantasy L’Anello dello Stregone (che conta attualmente 14 libri), la Rice presenta ai lettori il quattordicenne Thorgrin “Thor” McLeod, il cui sogno è quello di far parte della Legione d’Argento, i migliori cavalieri al servizio del re… Lo stile narrativo della Rice è solido e le premesse sono intriganti.”
--Publishers Weekly
Libri di Morgan Rice
OLIVER BLUE E LA SCUOLA DEGLI INDOVINI
LA FABBRICA DELLA MAGIA (Libro #1)
LA SFERA DI KANDRA (Libro #2)
GLI OSSIDIANI (Libro #3)
LO SCETTRO DI FUOCO (Libro #4)
LE CRONACHE DELL’INVASIONE
MESSAGGI DALLO SPAZIO (Libro #1)
L’ARRIVO (Libro #2)
L’ASCESA (Libro #3)
IL RITORNO (Libro #4)
COME FUNZIONA L’ACCIAIO
SOLO CHI LO MERITA (Libro #1)
SOLO CHI È VALOROSO (Libro #2)
SOLO CHI È DESTINATO (Libro #3)
SOLO CHI È CORAGGIOSO (Libro #4)
UN TRONO PER DUE SORELLE
UN TRONO PER DUE SORELLE (Libro #1)
UNA CORTE DI LADRI (Libro #2)
UNA CANZONE PER GLI ORFANI (Libro #3)
UN LAMENTO FUNEBRE PER PRINCIPI (Libro #4)
UN GIOIELLO PER I REGNANTI (LIBRO #5)
UN BACIO PER LE REGINE (LIBRO #6)
UNA CORONA PER GLI ASSASSINI (Libro #7)
UN ABBRACCIO PER GLI EREDI (Libro #8)
DI CORONE E DI GLORIA
SCHIAVA, GUERRIERA, REGINA (Libro #1)
FURFANTE, PRIGIONIERA, PRINCIPESSA (Libro #2)
CAVALIERE, EREDE, PRINCIPE (Libro #3)
RIBELLE, PEDINA, RE (Libro #4)
SOLDATO, FRATELLO, STREGONE (Libro #5)
EROINA, TRADITRICE, FIGLIA (Libro #6)
SOVRANA, RIVALE, ESILIATA (Libro #7)
VINCITORE, VINTO, FIGLIO (Libro #8)
RE E STREGONI
L’ASCESA DEI DRAGHI (Libro #1)
L’ASCESA DEL PRODE (Libro #2)
IL PESO DELL’ONORE (Libro #3)
LA FORGIA DEL VALORE (Libro #4)
IL REGNO DELLE OMBRE (Libro #5)
LA NOTTE DEI PRODI (Libro #6)
L’ANELLO DELLO STREGONE
UN’IMPRESA DA EROI (Libro #1)
LA MARCIA DEI RE (Libro #2)
DESTINO DI DRAGHI (Libro #3)
GRIDO D’ONORE (Libro #4)
VOTO DI GLORIA (Libro #5)
UN COMPITO DI VALORE (Libro #6)
RITO DI SPADE (Libro #7)
CONCESSIONE D’ARMI (Libro #8)
UN CIELO DI INCANTESIMI (Libro #9)
UN MARE DI SCUDI (Libro #10)
REGNO D’ACCIAIO (Libro #11)
LA TERRA DEL FUOCO (Libro #12)
LA LEGGE DELLE REGINE (Libro #13)
GIURAMENTO FRATERNO (Libro #14)
SOGNO DA MORTALI (Libro #15)
GIOSTRA DI CAVALIERI (Libro #16)
IL DONO DELLA BATTAGLIA (Libro #17)
LA TRILOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA
ARENA UNO: MERCANTI DI SCHIAVI (Libro #1)
ARENA DUE (Libro #2)
ARENA TRE (Libro #3)
VAMPIRO, CADUTO
PRIMA DELL’ALBA (Libro #1)
APPUNTI DI UN VAMPIRO
TRAMUTATA (Libro #1)
AMATA (Libro #2)
TRADITA (Libro #3)
DESTINATA (Libro #4)
DESIDERATA (Libro #5)
PROMESSA (Libro #6)
SPOSA (Libro #7)
TROVATA (Libro #8)
RISORTA (Libro #9)
BRAMATA (Libro #10)
PRESCELTA (Libro #11)
OSSESSIONATA (Libro #12)
Sapevate che ho scritto tantissime serie? Se non le avete lette tutte, cliccate sull’immagine qua sotto e scaricate il primo libro di una di esse!
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Copyright © 2019 by Morgan Rice. All rights reserved. Except as permitted under the U.S. Copyright Act of 1976, no part of this publication may be reproduced, distributed or transmitted in any form or by any means, or stored in a database or retrieval system, without the prior permission of the author. This ebook is licensed for your personal enjoyment only. This ebook may not be re-sold or given away to other people. If you would like to share this book with another person, please purchase an additional copy for each recipient. If you’re reading this book and did not purchase it, or it was not purchased for your use only, then please return it and purchase your own copy. Thank you for respecting the hard work of this author. This is a work of fiction. Names, characters, businesses, organizations, places, events, and incidents either are the product of the author’s imagination or are used fictionally. Any resemblance to actual persons, living or dead, is entirely coincidental. Jacket image Copyright Dm_Cherry used under license from Shutterstock.com.
INDICE
CAPITOLO UNO
CAPITOLO DUE
CAPITOLO TRE
CAPITOLO QUATTRO
CAPITOLO CINQUE
CAPITOLO SEI
CAPITOLO SETTE
CAPITOLO OTTO
CAPITOLO NOVE
CAPITOLO DIECI
CAPITOLO UNDICI
CAPITOLO DODICI
CAPITOLO TREDICI
CAPITOLO QUATTORDICI
CAPITOLO QUINDICI
CAPITOLO SEDICI
CAPITOLO DICIASSETTE
CAPITOLO DICIOTTO
CAPITOLO DICIANNOVE
CAPITOLO VENTI
CAPITOLO VENTUNO
CAPITOLO VENTIDUE
CAPITOLO VENTITRÉ
CAPITOLO UNO
Royce faceva strada in mezzo alle lande, cavalcando verso la costa alla velocità di una freccia appena scoccata, i suoi occhi color nocciola fissi sulla sua destinazione. I capelli biondi svolazzavano attorno al suo volto mentre avanzava al galoppo, le spalle robuste ferme e salde nella sua determinazione.
C’era un quartetto di figure insieme a lui, perché un maggior numero avrebbe attirato troppe attenzioni. Mark cavalcava accanto a lui: l’amico era ora molto più forte rispetto a quando Royce l’aveva trovato, i capelli scuri tirati indietro sotto a un elmo d’acciaio, la parziale armatura da guerriero dell’Isola Rossa che scintillava al sole.
Matilde e Neave avanzavano fianco a fianco: l’ex abitante del villaggio e la componente del gruppo dei Picti si scambiavano talvolta un’occhiata. Erano molto diverse tra loro. Matilde aveva i capelli rossi e la si sarebbe potuta considerare una ragazza angelica se non fosse stata così feroce, mentre Neave aveva i capelli neri raccolti in una treccia e la pelle leggermente più scura, tatuata di blu. Quando Matilde aveva dichiarato che sarebbe andata, la decisione di Neave era stata istantanea.
La sorpresa era venuta dalla solida forma di sir Bolis, che ora li seguiva con la sua armatura dai contorni cobalto che brillava laddove le lamine specchiavano i raggi del sole, proclamando la sua ricchezza come anche la sua abilità in battaglia. Aveva uno o due anni in più rispetto a Royce, e Royce era certo di piacergli un bel po’ di più rispetto a quando era arrivato alla dimora del conte di Undine la prima volta. Royce non riusciva a capire come il giovane fosse arrivato a questo viaggio, ma ora non poteva rifiutare il suo aiuto.
Sopra di lui il suo falco Bragia volava e planava sopra alla landa, e attraverso i suoi occhi Royce vedeva la via che si dispiegava chiaramente davanti a loro, sicura e pianeggiante fino al porto di Ablaver. Una volta arrivati lì, Royce era certo che sarebbero stati in grado di trovare una nave che li avrebbe portati alle Sette Isole, dove la strega Lori aveva detto che si trovava lo Specchio della Saggezza.
Lì sarebbero riusciti a trovare suo padre.
Quella era una prospettiva che riempiva Royce di anticipazione e di timore allo stesso tempo. Anticipazione perché voleva trovare suo padre più di qualsiasi cosa al mondo in quel momento; aveva bisogno di trovarlo se intendeva portarlo a condurre la battaglia contro i nobili. Timore per il luogo che avrebbero dovuto visitare per trovarlo.
“Sei certo che sia necessario andare alle Sette Isole?” chiese sir Bolis.
Royce scrollò le spalle. “Lori ha detto così.”
Sopra di lui il falco gridò la sua conferma. Il conte di Undine aveva raccontato a Royce che suo padre era andato alla ricerca dello specchio, mentre la strega gliene aveva fornita la localizzazione.
“E tu te ne parti per un viaggio oltremare basandoti sulla parola di una strega?” chiese sir Bolis.
“Puoi sempre restare qui, se vuoi,” suggerì Mark con un tono di voce che lasciava chiaramente trasparire quanto non si fidasse del cavaliere.
“E fidarti di gestire una cosa così importante insieme a criminali e Picti?” chiese ancora sir Bolis. Royce si trovò a chiedersi come un uomo così giovane potesse riuscire a mostrarsi tanto pomposo.
“Hai problemi con la mia gente, intruso?” chiese Neave, portando la mano al coltello.
“Basta così,” disse Royce. “Sarà già piuttosto difficile di per sì. Abbiamo bisogno di lavorare insieme.”
Fu quasi sorpreso quando vide che gli altri smisero subito di bisticciare.
“Si fidano di te,” disse Mark, mentre gli altri prendevano un poco le distanze fra loro. “Quando sei tu a guidare, la gente ti segue.”
“È per questo che vieni con me?” chiese Royce.
Mark scosse la testa. “Sai che non è questo.”
“Anche se pensi che le Sette Isole siano pericolose?”
“Sono pericolose,” disse Mark. “Ci sono delle creature lì che… sono bel lungi dall’essere umane. Ci sono troll ed esseri che appartengono al mondo dei morti, e peggio ancora. Sei sicuro che è lì che dobbiamo andare?”
Come poteva fare Royce a spiegarglielo? Come poteva spiegare ciò che aveva visto con Lori, l’anziana donna che era tornata giovane e aveva avuto quelle visioni? Gli aveva detto dove si trovava suo padre, e Royce doveva andare a vedere, senza riguardi per quanto potesse essere difficile.
“Sono sicuro,” disse invece.
“Beh, mi hai salvato la vita così tante volte,” disse Mark, “che dove vai tu, io ti seguo.”
Royce non aveva parole per spiegare quanto si sentisse riconoscente nel sentirglielo dire. Con tutto ciò che li aspettava… anche se non era quello che li aspettava a preoccuparlo. Era quello che si era lasciato alle spalle. Si era appena fidanzato con Olivia e i suoi pensieri continuavano ad andare alla figlia del conte di Undine, col desiderio di aver avuto più tempo da passare con lei prima di doversene andare… e se il suo volto di tanto in tanto cambiava nella sua mente diventando quello di Genevieve… beh, almeno riusciva a scacciare quei pensieri dalla testa.
Royce proseguiva, concentrandosi sul viaggio che avevano davanti in modo da non dover pensare a Genevieve e al modo in cui lo aveva spinto da parte, o alla velocità con cui tutto era accaduto con Olivia.
Ci stava ancora pensando quando Bragia planò verso terra e i suoi artigli si stringevano sulla spalla di Royce mentre vi si posava sopra. Emise il suo verso stridulo, ma la voce che Royce udì era quella di Lori, e le parole della strega gli risuonarono chiaramente nella testa.
“Segui il falco, Royce. Lei ti porterà da una persona che devi incontrare.”
Bragia riprese il volo e Royce si trovò a seguire il falco con gli occhi, chiedendosi quanto controllo avesse la strega sull’animale, e quali fossero le sue intenzioni. Gli aveva già detto che aveva visto violenza e morte nel suo futuro, lo aveva già in parte incolpato per le cose che erano successe nel villaggio. Royce non aveva motivo per pensare che lei lo volesse aiutare.
Solo che sembrava che lo stesse aiutando, e dato che sapeva dove si trovava suo padre, tutto ciò che Royce poteva fare era fidarsi di lei. Royce seguì il falco, cavalcando mentre Bragia attraversava in volo le lande verso un punto dove si ergeva una capanna isolata, con il tetto ricoperto d’erba e il fumo che si alzava da essa.
C’era del fuoco, e sembrava che tutto, dai mobili alle stoffe, fosse stato bruciato, tanto che ora i resti stavano fumando man mano che venivano consumati sempre più, davanti alla dimora. Accanto al fuoco giacevano due corpi, vestiti con i resti di quelle che sembravano armature di soldati. Erano così ricoperti di sangue che era difficile distinguere di quale fazione facessero parte. Però Royce non poteva vedere nessun altro nei paraggi.
“Salve,” disse smontando da cavallo. “C’è nessuno qui?”
Tenne la mano ferma sull’elsa della spada di cristallo che aveva al fianco, temendo che ci potessero essere dei banditi o qualche altro nemico. Era ovvio che c’era stato qualcun altro a uccidere quegli uomini, e neanche tanto tempo prima, ma ora la casa sembrava vuota, la porta aperta come se l’avessero buttata giù a calci.
Poi sentì un ringhio provenire dalla soglia e si voltò vedendo una creatura lì in piedi, gli occhi gialli e i denti digrignati.
“Un lupo!” gridò Matilde mentre il suo cavallo si impennava.
Però non era veramente un lupo. Questa creatura era più grande, e c’era qualcosa in essa che la faceva assomigliare tanto a una volpe quanto a un lupo. I denti erano comunque lunghi, e gli artigli sembravano affilati. Era ricoperta di sangue, ed era ovvio che quel sangue apparteneva agli uomini morti lì.
“Non un semplice lupo,” disse Neave. “Un bhargir, un essere magico.”
“È solo un grosso lupo,” disse sir Bolis smontando da cavallo e sguainando la spada.
“Non è un lupo,” insistette Neave. “Il mio popolo ha storie su queste cose. Alcuni dicono che sono creati da maghi malvagi, altri dicono che sono le anime dei morti, o uomini che indossano le pelli di bestie cucite insieme e diventano quindi cose diverse.”
Qualsiasi cosa fosse quella creatura, sembrava arrabbiata. Camminava verso di loro ringhiando, e Royce trovò quei grossi occhi gialli fissi su di sé. Per un momento pensò che magari la creatura gli stesse per saltare addosso. Poi Bragia si posò nuovamente sulla sua spalla.
“Si chiama Gwylim.”
“Chi?” chiese Royce. “Cosa sta succedendo qui, Lori?”
Ma il falco si rimise in volo e Royce sospettò che non le avrebbe carpito nessuna risposta, neanche se fosse rimasto lì. Si voltò a guardare sir Bolis che avanzava con la spada puntata, pronto a colpire la bestia.
“Va tutto bene,” disse il giovane. “Me ne occupo io.”
Il cavaliere iniziò a far roteare la spada, e quasi senza pensarci Royce si mise in mezzo afferrandogli il braccio.
“Aspetta,” disse. “Aspetta, Bolis.”
Sentì il cavaliere fare un passo indietro, anche se tenne la spada pronta.
“Quella cosa ha ucciso due uomini e ci sta minacciando,” disse Bolis. “Dovremmo ucciderlo in modo che non faccia male a nessun altro!”
“Non ancora,” disse Royce. Si voltò a guardare il… come l’aveva chiamato Neave? Un bhargir? Ora poteva vedere che non tutto il sangue che la bestia aveva addosso apparteneva agli uomini. C’era una ferita che gli percorreva tutto il fianco. Non c’era da meravigliarsi che la creatura stesse ringhiando.
“Gwylim?” chiese Royce.
Non appena pronunciò il nome, il ringhio cessò e il bhargir piegò la testa di lato, guardandolo con occhi particolarmente intelligenti.
“Puoi capire qualcosa di quello che dico, giusto?” chiese Royce. “Mi ha mandato la strega Lori. Se lei conosce il tuo nome, forse tu conosci lei?”
La creatura chiaramente non aveva modo di rispondere, ma parve comunque calmarsi e si portò vicino a Royce, sdraiandosi ai suoi piedi. Quando lo fece, Royce notò una cosa che gli parve impossibile: la ferita che aveva al fianco stava iniziando a rimarginarsi, ricucendosi insieme a velocità quasi impossibile. Non c’era ovviamente niente di normale in quella creatura.
Royce non era sicuro di cosa dover fare. Lori l’aveva ovviamente indirizzato lì da quella creatura per un qualche motivo, ma quale? Guardò nella casa, cercando di capirlo, ma sembrava del tutto spoglia: chiaramente le cose che prima conteneva stavano ora ardendo nel falò lì vicino. Perché dei saccheggiatori come i due uomini morti avrebbero dovuto fare una cosa del genere?
Insicuro della risposta, Royce tornò verso il suo cavallo. Il bhargir lo guardò e si portò vicino a fuoco, tanto vicino che gli occhi brillavano al baluginare delle fiamme.
“Non so cosa fare con te,” disse Royce. “Ma immagino che sarai tanto intelligente da decidere da te. Vuoi venire con noi?”
In risposta, la bestia simile a un lupo si portò vicino a lui e si sedette accanto al cavallo. In qualche modo Royce sospettava che non avrebbe avuto problemi a tenere il passo.
“Portiamo con noi dei mostri adesso?” chiese sir Bolis.
“Non è più estraneo di tutti noi,” disse Matilde.
“È molto più pericoloso però,” disse Neave con espressione seria. “Non è una buona idea.”
Buona idea o no, Royce era sicuro che fosse la cosa giusta da fare. Spronò il cavallo ad avanzare, diretto verso Ablaver, con Bragia sopra di loro a fare strada. Se il falco aveva qualche indizio sul motivo per cui lo aveva portato a trovare il bhargir che ora li seguiva, di certo si curò di non offrire loro nessuna risposta.
***
La città di Ablaver colpì Royce con il suo odore prima che lui potesse vederla: un odore di pesce mescolato al mare, tale da proclamare ciò che era successo. Era un odore che gli fece venire voglia di girarsi e tornare indietro, ma lui continuò lungo la sua strada.
Quando la cittadina apparve alla vista, le cose non furono migliori. Era imbruttita da stazioni per la pesca delle balene da una parte: la scena di quelle creature enormi e bellissime che venivano eviscerate fece venire a Royce i conati di vomito. Riuscì a trattenersi, ma fu difficile.
“Non possiamo dire alla gente chi siamo,” avvisò gli altri.
“Perché un gruppo con Picti e cavalieri insieme potrebbe essere composto da chiunque,” sottolineò Mark.
“Se la gente ce lo chiede, siamo mercenari che lasciano la guerra e cercano nuovi incarichi,” disse Royce. “La gente penserà probabilmente che siamo disertori, o banditi, o qualcosa del genere.”
“Non voglio che la gente pensi che sono un bandito,” disse Bolis. “Io sono un leale guerriero del conte di Undine!”
“E in questo caso il modo migliore che hai per mostrare la tua lealtà e fingere di essere qualcos’altro,” disse Royce. Il cavaliere parve cogliere il messaggio. Si spalmò addirittura del fango sullo scudo, continuando a borbottare per tutto il tempo, in modo che nessuno vedesse l’emblema raffigurato. “Tenete tutti i cappucci sulla testa. Soprattutto tu, Neave.”
Royce non era sicuro di come gli abitanti della cittadina avrebbe reagito vedendo un Picti tra loro. Non aveva voglia di mettersi a combattere per dover attraversare la città. Già era problematico avere Gwylim che camminava con loro, troppo grosso e spaventoso per essere un semplice lupo.
Si addentrarono verso il centro, guardando gli edifici pericolanti man mano che si dirigevano verso il porto e le navi lì attraccate. La maggior parte delle imbarcazioni erano poco più grandi di pescherecci, ma alcune delle baleniere erano più grandi, e tra loro si trovavano navi a vela e barche più lunghe che sembravano essere lì per commercio.
C’erano taverne dove Royce poteva sentire i rumori di festeggiamenti, ubriachi e occasionale violenza e bancarelle del mercato dove pareva che carne rancida e buon cibo straniero fossero messi fianco a fianco.
“Dovremmo sparpagliarci,” disse Matilde. Sembrava stesse adocchiando una taverna.
Royce scosse la testa. “Dobbiamo stare insieme. Andremo al porto, troveremo una nave e poi potremo esplorare.”
Matilde non sembrava contenta della decisione, ma si diressero comunque verso il porto. Lì pareva che le cose stessero procedendo in maniera arrancante, con i marinai che controllavano i ponti delle navi stando di vedetta o seduti al sole.
“Come facciamo?” chiese Mark guardandosi attorno. “Immagino che non sarà facile trovare un capitano diretto alle Sette Isole.”
Royce non era certo che ci fosse una buona risposta per quella domanda. Per quanto poteva vedere, c’era una sola opzione, e non era per niente sottile o delicata.
“Ascoltatemi!” gridò per farsi sentire nel vago bisbigliare del porto. “Mi serve una nave. C’è un capitano disposto a portarci fino alle Sette Isole?”
“Dici che è una cosa saggia?” chiese Bolis.
“In che altro modo possiamo trovare qualcuno?” chiese Royce. Anche se fossero andati nelle taverne a chiederlo sottovoce, la notizia si sarebbe presto diffusa. Magari questo modo d’azione era addirittura meglio. Alzò la voce. “Ve lo chiedo ancora: chi ci porta alle Sette Isole?”
“Perché vuoi andarci?” rispose la voce di un uomo. Quando si fece avanti, videro che indossava abiti di seta da mercante, e aveva una struttura imponente e con la pancia prominente, indice di vita fin troppo benestante.
“Ho degli affari lì,” disse Royce, non volendo svelare di più. “Ci sono persone che assolderebbero me e i miei compagni per le nostre capacità.”
L’uomo si avvicinò di più. Royce gli guardò il volto, cercando di capire se l’uomo li avesse riconosciuti, ma non gli parve di cogliere nulla.
“Quali capacità?” chiese il mercante. “Siete giullari? Giocolieri?”
Royce pensò rapidamente. Magari non era così facile passare come mercenari, ma questo…
“Certo,” disse. Fece molta attenzione a non guardare Bolis negli occhi. “Abbiamo un incarico alle Sette Isole.”
“Devono essere tanti soldi, se ci andate,” disse il capitano. “Il che significa che potete pagare, giusto?”
Royce tirò fuori un piccolo borsello. “Fino a un certo punto.”
Se fossero arrivati dove si trovava suo padre, avrebbe pagato ogni singola corona contenuta nel borsello, e anche di più. Lanciò il borsello verso il capitano e l’uomo lo prese al volo.
“È sufficiente?” chiese Royce.
Quello era l’altro pericolo. L’uomo avrebbe potuto girarsi e tenersi i soldi, scappare alla sua nave, e se Royce avesse fatto qualcosa per tentare di fermarlo, questo avrebbe svelato la sua vera identità. Per un momento, tutto parve restare immobile e sospeso.
Poi il capitano annuì. “Sì, può bastare. Vi porterò tutti insieme alle Sette Isole. Ma dopo sarete da soli.”