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Arena Uno: Mercanti Di Schiavi

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Izohlar
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Voglio parlare con lui, ma prima devo vedere Bree. Mi sposto sulla fila di dietro e mi seggo accanto a lei: i suoi occhi si illuminano appena mi vede. Mi stringe forte e ci scambiamo un lungo abbraccio. Mi tiene stretta, non vuole proprio lasciarmi andare.

Dopo alcuni secondi, riesco a staccarla. Le lacrime le scendono sulle guance.

“Avevo tanta paura” dice.

“Lo so, tesoro” le rispondo. “Mi dispiace”.

“Andiamo a casa adesso?” domanda, con gli occhi pieni di speranza.

Casa. Che parola buffa. Non so più cosa significa. Un tempo pensavo significasse Manhattan; poi ho pensato che significava montagne. Ora so che non è nessuno di questi posti. Casa sarà un posto nuovo. Un posto dove non siamo ancora stati.

“Troveremo una nuova casa, Bree” le dico. “Una ancora migliore”.

“Può venire anche Rose?” domanda.

Guardo Rose, seduta accanto a lei: mi guarda speranzosa. Sono due gocce d’acqua.

“Certo” le dico. “Fa parte della famiglia ora”.

Sorrido a Rose, che mi sorprende sporgendosi in avanti per abbracciarmi. Si avvinghia a me, proprio come Bree. Chissà da dove viene, dov’è la sua famiglia, dov’è stata catturata. Mi rendo conto dell’inferno che deve avere passato, e di colpo realizzo che abbiamo salvato anche lei. Ripenso a un vecchio detto: quando salvi la vita di una persona, quella persona diventa tua responsabilità per tutta la vita. Non posso evitare di pensare che qualche modo è vero: adesso sono responsabile anche di Rose. Dentro di me, lei e Bree sono inscindibilmente legate.

“Grazie” mi sussurra all’orecchio Rose, appoggiandosi sulla mia spalla.

La bacio sulla fronte, e lentamente si allontana. Mi ricorda Bree per così tante cose, è spaventoso.

“E Sasha?” domanda Bree. “Può venire?”.

Non volevo sentire questo domanda. Prendo un lungo respiro, cerco di pensare al modo migliore di dirglielo. Devo dirle la verità; dopo tutto quello che ha passato, se lo merita.

“Mi dispiace, Bree” le dico, guardando in basso. “Sasha non ce l’ha fatta”.

Gli occhi di Bree si riempiono subito di lacrime, e scoppia nuovamente a piangere, sconvolta. Rose si piega in avanti e l’abbraccia.

Ma dopo qualche secondo, con mio stupore, Bree rialza la testa, si asciuga le lacrime e mi guarda con gli occhi arrossati.

“Lo sapevo” dice. “Ho fatto un sogno. Lei mi era venuta a fare visita. In qualche modo, sapevo già che era morta”.

“Questo dovrebbe consolarti” dice una voce all’improvviso.

Mi volto e vedo Ben in piedi. Con mia sorpresa, c’è un leggero sorriso sul suo volto.

Guardo in basso e vedo che ha qualcosa in mano. Qualcosa di piccolo, avvolto in una coperta. La sta porgendo a Bree.

Improvvisamente, dalla coperta salta fuori un cagnolino. Non ci posso credere. È un piccolo Chihuahua a cui manca un occhio. Trema come una foglia, sembra terrorizzato.

“O MIO DIO!” urlano all’unisono Bree e Rose, con gli occhi spalancati dalla sorpresa.

Bree l’afferra stretto e inizia a cullarlo, e anche Rose si piega per accarezzarlo. Si abbassano tutt’e due, mentre il cagnolino allunga il collo e si mette a leccare le loro la facce. Urlano di gioia.

“L’ho trovato sulla barca” dice Ben. “Per poco non mi ci sedevo sopra. Immagino che qualcuno l’ha lasciato qui. O forse è riuscito a salire a bordo”.

Sono sconvolta. Non avevo visto il cane, e ora che ci penso, mi accorgo che non ho dedicato neanche un secondo a esaminare la barca. Mi guardo in giro, chiedendomi cos’altro possa esserci a bordo.

Noto i vari compartimenti laterali e mi inizio ad aprirli uno dopo l’altro. Sono piacevolmente sorpresa nell’andare trovando ogni sorta di ben di Dio. Apro una cassa sigillata e rimango senza fiato quando scopro il suo contenuto: è piena zeppa di barrette di cioccolato, dolci, biscotti, cracker e delizie di ogni tipo.

Mi chino e afferro una grossa busta piena di anelli di gelatina ricoperti di cioccolato. La tengo aperta e la porgo a Bree, Rose, Ben e Logan, e ognuno di loro infila la mano con gli occhi spalancati e ne afferra una manciata. Poi ne prendo un pugnetto per me e mi riempio la bocca, masticandole una dopo l’altra.

È celestiale, di gran lunga la migliore cosa mai assaggiata. Sento la botta di zucchero e mi sembra di stare in paradiso. Anche gli altri se le divorano, con gli occhi chiusi, masticando lentamente, assaporando ogni morso. Siamo tutti estasiati.

Torno a guardare la cassa e scopro buste di orsetti gommosi e Twizzler. È una bellissima sorpresa. Non pensavo che li avrei mai rivisti. È oro puro, e so che dovrei razionare il tutto.

Ma dopo quello che abbiamo passato tutti quanti, adesso non è il momento di razionare niente – e per una volta, lascio che le emozioni abbiano la meglio sulla mia parte razionale. Lancio buste a ciascuno sulla barca, distribuendole equamente, e tutti le afferrano al volo con un’esclamazione di gioia. Mentre Logan prende la sua, togliendo la mano dal timone, il motoscafo sterza un po’, poi si raddrizza subito.

Apro la mia busta di orsetti gommosi e la finisco in pochi secondi, buttandomeli direttamente in bocca. Poi tocca ai Twizzler. Questi cerco di godermeli, mi sforzo di masticarli lentamente. Negli ultimi giorni non ho quasi mangiato, ed è uno shock per il mio stomaco, a giudicare dai suoni che fa. Mi sforzo di rallentare.

Vedo un piccolo frigo sul retro della barca, e lo apro di corsa. Non ci posso credere. C’è tutto, dal succo di frutta allo champagne. L’ingiustizia di questa situazione mi fa infuriare: noi a morire di fame, mentre questi grassi mercanti di schiavi gozzovigliano a champagne. Almeno ora ci prendiamo la rivincita.

Afferro una bottiglia di champagne, svito il filo metallico, e stappo il sughero. Il tappo vola in aria, fuori dalla barca, e cade sul fiume. Il rumore fa girare tutti verso di me. Mi vedono con la bottiglia in mano e la schiuma che spruzza dal collo della bottiglia dritta sulla mia mano. È ghiacciato, ma non m’importa. Me lo porto alle labbra e faccio una sorsata. Mi va dritto alla testa.

So che non dovrei, ma dopo tutto quello che hanno passato, lo offro a Bree e a Rose; fanno entrambe un piccolo sorso, ridacchiando. Poi allungo il braccio e lo porgo a Ben, che fa diverse sorsate senza fermarsi. Me lo ripassa, ma sempre senza guardarmi – gli occhi persi a fissare l’acqua. Forse si vergogna a guardarmi, forse si vergogna per non aver salvato suo fratello.

Lo osservo mentre guarda l’acqua. Ha gli occhi rossi, e vedo che ha pianto. Alza la mano e se ne strofina uno, asciugandosi una lacrima. Posso solo immaginare cosa deve stare passando.

“Vuoi parlare?” gli chiedo.

Fa no con la testa.

Capisco. Neanch’io, al suo posto, avrei avuto voglia di parlare. Credo gli serva spazio, e non voglio pressarlo.

Quando è pronto, mi dico.

Torno nella parte davanti della barca, mi seggo nel posto del passeggero, e passo la bottiglia a Logan. Si toglie un Twizzler dalla bocca, afferra la bottiglia, e fa un lungo sorso, poi me la ripassa, senza mai togliere gli occhi dall’acqua. Quindi s’infila un altro Twizzler in bocca e lo mastica lentamente.

Mi seggo sulla morbida pelle del sedile passeggero e appoggio la schiena. Per qualche minuto guidiamo in silenzio, accompagnati soltanto dal suono del motore. Alla fine, Logan si volta verso di me.

“Allora dove andiamo?”.

Fisso l’acqua, rifletto. Penso a quello che ha detto Logan prima, alla città perfetta in Canada. E per la prima volta dopo tanto tanto tempo, provo speranza. Forse ha ragione, forse esiste ancora un posto al mondo che non è stato distrutto. Forse è troppo bello per essere vero.

Mi volto verso di lui.

“Stavo pensando al Canada”.

Mi guarda sorpreso spalancando gli occhi. Deve aver capito quello che gli voglio dire: forse hai ragione tu.

Si lascia andare a un sorriso, e sorrido anch’io.

Allunga la mano, spinge sull’acceleratore, e sento la barca che accelera un po’.

“E Canada sia” dice.

Mi distendo e inizio a rilassarmi davvero per la prima volta. Per qualche ragione, penso a papà. Mi chiedo se è lassù che ci guarda. E in caso, sarebbe orgoglioso? Mi sa di sì. Riesco quasi a sentire la sua voce: Brooke, sei tu che decidi adesso. Fai tutto ciò che ritieni necessario per fare sopravvivere tutti quanti. Non dormire sugli allori, soldato.

Abbiamo tanta strada davanti.  Nel giro di poco, saremo a corto di carburante. Poi di cibo.  Sarà scuro e farà più freddo. L’Hudson ghiaccerà, e dovremo trovare un riparo. I mercanti di schiavi ci daranno la caccia, e se non continuiamo a spostarci, ci troveranno.

Ma mi preoccuperò di tutto questo più tardi. Per una volta nella vita, posso sedermi e godermi il momento. Questo momento. Per la prima volta nella mia vita, mi rendo conto che è questo ciò che conta davvero. Non poi. Ma proprio ora, questo momento.

Distesa sul morbido sedile di pelle, faccio un altro sorso di champagne, e mi va anche stavolta dritto alla testa. Non ho un pasto decente da giorni, e so che non dovrei bere. Ma in questo momento, non m’importa. Traversiamo l’Hudson. È una bella mattina assolata, e per la prima volta sento che tutto è al suo posto. Sono sorpresa nel vedere una macchia di fiori viola intenso che spuntano dalla neve: in qualche modo sono riusciti a sopravvivere. Risplendono alla luce del sole; sono i fiori più belli che ho mai visto. Mi chiedo come faccia qualcosa di così bello a resistere.

Se loro sono sopravvissuti, mi dico, anche noi possiamo.

Chiudo gli occhi e sento l’aria salata sulla faccia. E per la prima volta da non mi ricordo più quando, penso: si sta bene. Si sta davvero bene.

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ARENA DUE
(Libro #2 della Trilogia della Sopravvivenza)

“Ti prende… ARENA UNO è uno di quei libri che si leggono fino a tarda notte, quando gli occhi cominciano a incrociarsi perché non riesci a metterlo giù”.

 

–-The Dallas Examiner


La serie bestseller continua con ARENA DUE!


In ARENA DUE, dopo essere scappati dall’isola trappola di Manhattan, Brooke, Ben, Logan, Bree e Rose si fanno strada sul fiume Hudson a bordo della barca che hanno rubato, a corto di carburante e di cibo, e alla ricerca disperata di un riparo dal freddo. Sulle loro tracce ci sono i mercanti di schiavi, che non si fermeranno di fronte a nulla per catturarli e riportarli indietro.


Mentre risalgono il fiume in questo thriller post-apocalittico pieno di azione, alla ricerca della mitica città in Canada, dovranno fare ricorso a tutto le loro doti di ingegno e di sopravvivenza per rimanere vivi. Sul loro cammino troveranno sopravvissuti impazziti, bande erranti di predoni, cannibali, animali selvaggi, una terra desolata, e una tempesta perfetta. Si feriscono, si ammalano, e l’Hudson ghiaccia mentre fanno del loro meglio per salvare quel che possono e sfuggire ai mercanti di schiavi. Trovano una piccola isola e pensano di poter prendersi una tregua – fino a quando gli eventi smettono favorirli. Solo quando salgono a bordo di un misterioso treno per il nulla capiscono che le cose possono sempre peggiorare.


Lungo la strada, i sentimenti di Brooke per Logan diventano più forti, e lo stesso quelli per Ben. Combattuta tra i due ragazzi, oggetto della loro gelosia, non sa come sentirsi —fino a quando gli eventi non decidono per lei.


Quando si ritrovano nuovamente in un’arena, sono sconvolti nel vedere che Arean Due è anche peggio. Buttati in un barbarico palcoscenico da combattimento, armati, in lotta con altri ragazzi – e tra di loro —Brooke e gli altri sarano costretti a scegliere cos’è importante, e a fare i sacrifici più difficili della loro vita. Perché ad Arena Due, nessuno sopravvive. Mai.


“Mi ha preso fin dall’inizio e non ho più potuto smettere… Questa storia è un’avventura sorprendente, incalzante e piena d’azione fin dalle prime pagine. Non esistono momenti morti.”

–-Paranormal Romance Guild {su Tramutata}


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UN’IMPRESA DA EROI (Libro #1)
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Chi è Morgan Rice

Morgan Rice è l’autrice bestseller di APPUNTI DI UN VAMPIRO, una serie per ragazzi che comprende al momento undici libri; è anche autrice della serie bestseller TRILOGIA DELLA SOPRAVVIVENZA, un thriller post-apocalittico che al momento comprende due libri; è anche autrice della serie fantasy epica L’ANELLO DELLO STREGONE, che comprende al momento quattordici libri.


I libri di Morgan Rice sono disponibili in edizione audio e cartacea, e le traduzioni dei libri sono disponibili in Tedesco, Francese, Italiano, Spagnolo, Portoghese, Giapponese, Cinese, Svedese, Olandese, Turco, Ungherese, Ceco e Slovacco (altre lingue in arrivo).


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